Gli otto artisti della galleria inArtendu di Aosta vincono a Paratissima 2019

08 Novembre 2019

La direzione artistica di Paratissima 2019 – la fiera internazionale degli artisti indipendenti, in scena all’ex Accademia di Artiglieria di Torino dal 30 ottobre al 3 novembre scorsi –, ha selezionato e premiato “/i·nat·té·so/” il progetto artistico multisensoriale, curato da Luciano Seghesio e Daniela Grivon, proprietari della galleria inARTendu di Aosta.

Una vittoria un po’ inattesa ma meritata vittoria per la cordata di artisti – Angelica Freddi, Patrick Passuello, Francesca Lupo, Lilli Maraschino, Enzo Massa Micon, Silvia Musumarra, Simonetta Pedicillo e Jimmy Rivoltella – che hanno saputo generare espressioni artistiche eterogenee ma accordate all’unisono premiate come il migliore progetto tra i trenta spazi ICS (indipendent curated, space) proposti durante la fiera.

La galleria inARTendu ed i suoi artisti hanno proposto 8 microcosmi, nei quali i visitatori hanno potuto immergersi completamente senza filtri né regole accademiche, anzi, con la possibilità di toccare, ascoltare le opere, oltre che semplicemente guardarle.

Un riconoscimento importante per una kermesse che, anche quest’anno – ormai la sua 15ª edizione, che aveva per tema “Multiversity” – fa parlare i numeri: 45.000 ingressi totali, 388 artisti ospitati e selezionati da tutto il mondo, più di 900 bambini che hanno partecipato ai laboratori.

Gli 8 microcosmi di “/i·nat·té·so/”

I lavori della “scuderia” inARTendu premiati a Paratissima inquadrano il loro linguaggio in “paesaggi” che si fanno esplorazione, a partire dal Paesaggio come Ricerca del fotografo aostano Enzo Massa Micon, che ha replicato parti delle altre opere presenti con foto stampate su carta fine art mettendo in gioco i visitatori alla ricerca dei soggetti.

Il Paesaggio come Osservazione, invece, era la lastra di plexiglass trattata con la tecnica del layering di Simonetta Pedicillo, che, sospesa al centro della stanza, permetteva ai visitatori di osservarne mutevoli sfaccettature.

Silvia Musumarra ha esplorato invece il Paesaggio come Tatto, grazie alla sedia gigante, morbida e coloratissima, che diventa Paesaggio come Scoperta nel viaggio onirico del collage del giardino segreto di Francesca Lupo.

Paesaggio come Azione era invece il quadro ad olio di Patrick Passuello che, ruotando con la ruota cui era appeso, mutava percezione, mentre Lili Maraschino ha puntato sul Paesaggio come Union attraverso le sue opere “Toi et Moi”, che ha permesso ai visitatori di giocare attraverso una semplice cornice appesa con la quale ci si poteva fare dei selfie; e “vis-à-vis, per far condividere un momento di relax e di dialogo fra due persone.

Non valdostani, ma di casa in Valle, erano, invece, Jimmy Rivoltella (con Tatiana Fenoglio) e Angelica Freddi. Per il primo il Paesaggio come Ascolto si è espresso sonorizzando fotocollage su cubi di legno con input sonori che si fondevano in un mono-suono a 432 Hertz di frequenza. Per Freddi il Paesaggio era, invece, Gioco grazie ad un Tris appeso alla parete.

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