I ricordi della prima elementare ispirano l’opera “L’écoula d’eun cou” di Guido Diémoz

17 Gennaio 2025

È un giorno di scuola del 1955 nel villaggio di Meylan, a Doues. Ci sono una maestra e 16 alunni, tra cui lo scultore Guido Diémoz, che settant’anni dopo si ispirerà proprio a quei ricordi d’infanzia per realizzare “L’écoula d’eun cou”, la scultura in legno di noce che sarà esposta alla Fiera di Sant’Orso di Donnas, domenica 19 gennaio, e a quella di Aosta, il 30 e il 31 gennaio. L’opera è stata presentata in anteprima questo pomeriggio, ad Aosta, nella sede dell’Università della Valle d’Aosta, in via Monte Vodice.

“Mi sono immaginato il mio primo anno di scuola elementare. – racconta lo scultore di Doues, introdotto da Guido Corniolo dell’Équipe d’Action Culturelle – C’erano 16 bambini e tutti i papà andavano a spaccare la legna per riscaldare questa scuola. I bambini sono tutti abbastanza seri perché allora c’era la maestra che li bacchettava. Io ero mancino e a quei tempi non si poteva scrivere con la sinistra. Per questo motivo ho preso tante bacchettate sulle dita”. Ricordi che rivivono nei dettagli scolpiti nel legno e che parlano di un’unica maestra per tutte le materie, di un’unica classe e di una stufa per scaldarsi.

“L’educazione è la forza di un popolo. – dice il presidente della Regione, Renzo Testolin – I valdostani lo hanno capito a partire dal 1700 quando toglievano dei soldi ad altro per investire in quattro muri, quattro banchi e soprattutto nel trovare delle maestre e dei maestri che si mettessero a disposizione della comunità anche nei paesi più lontani da Aosta, perché avevano capito già a quel tempo che studiando si poteva crescere e migliorare”. E ringrazia lo scultore per “aver messo a disposizione della comunità un pensiero profondo che va oltre l’arte”.

“Questa scuola rappresenta la comunità di un tempo e una speranza per il futuro. – afferma l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Luigi Bertschy – In quella scuola c’è la vita, perché ci sono tanti bambini. Le comunità si tramandano come le tradizioni se c’è la vita e il dato dei 643 bambini nati lo scorso anno in Valle d’Aosta deve farci riflettere. Con questa bella opera Guido ci porta indietro nel tempo, ma anche avanti verso la Valle d’Aosta a cui dobbiamo ambire, in cui c’è la vita, ci sono i bambini, c’è la voglia di vivere insieme e di guardare al futuro”. L’assessore regionale ai Beni culturali e al Sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz, si sofferma sugli investimenti fatti dal governo regionale nella scuola: “Quest’anno abbiamo aperto delle scuole con tre o quattro bambini e abbiamo moltiplicato le risorse. Nel bilancio, tra le priorità ci sono la sanità e l’edilizia scolastica”.

Grazie all’opera di Diémoz , la scuola di una volta si pone “in continuità con la scuola di oggi e di domani”, aggiunge la rettrice Manuela Ceretta, secondo cui la presentazione della scultura nella nuova sede dell’università valdostana “acquista un valore fortemente simbolico”. E aggiunge: “La nostra università, nata con il corso di laurea di in Scienze della formazione primaria e con la scuola di specializzazione per gli insegnanti di scuola secondaria, esprime plasticamente la visione generativa della tradizione culturale di questo nostro territorio montano che valorizza la scuola come patrimonio del proprio passato e fulcro del proprio futuro”.

L’écoula d’eun cou con Diémoz, Corniolo, il presidente Testolin, gli assessori Guichardaz e Bertschy e la rettrice Ceretta
Exit mobile version