Il cortometraggio girato in Valle “Tutti uccidono” arriva al festival RIFF
Approda al RIFF – Rome Independent Film Festival 2024, in programma dal 14 al 22 novembre, il cortometraggio “Tutti uccidono”, scritto e diretto dal regista milanese Francesco Puppini e girato tra le montagne valdostane.
Il film, prodotto da dispàrte con il sostegno della Film Commission Vallée d’Aoste, del programma Per Chi Crea, Mic e Siae, sarà presentato in concorso nella categoria National Short Competition alle 22 di domani, giovedì 21 novembre, al Nuovo Cinema Aquila di Roma.
La storia
Girato nel novembre del 2023 fra Antagnod, Extrepiéraz (Brusson) e il Col de Joux, il cortometraggio è un thriller che affronta temi di attualità. La storia è quella di Giacomo, un giovane che, dopo anni di assenza, torna tra i monti della Valle d’Aosta per il funerale del fratello Pietro.
La sua permanenza, però, è dettata anche dal desiderio di scoprire la verità dietro il brutale omicidio di Pietro, assassinato in circostanze misteriose. Più Giacomo si avvicina a scoprire la verità sul movente dell’omicidio, più la sua presenza diventa ingombrante. Ben presto, i sospetti e l’intolleranza che hanno portato alla morte di Pietro – smascherato per aver intrapreso una relazione con un altro uomo – si riversano su di lui.
Allontanato dalla sua stessa famiglia, estromesso dalla comunità e infine vittima di una violenta aggressione, Giacomo si rende conto, una volta per tutte, di non appartenere più al luogo che un tempo chiamava casa.
“Un mondo che non protegge l’individuo”
“La storia di Giacomo mi è venuta in mente dopo una serie di eventi che mi hanno cambiato la vita e il modo in cui ero abituato a guardare le cose”, racconta il regista. “Tornato a casa dopo tre anni di studi in Inghilterra, mi aspettavo un’accoglienza calorosa da parte delle persone a cui ero stato più vicino quando vivevo in Italia. Ho scoperto invece che la lontananza dal mio paese d’origine aveva affievolito quei legami e li aveva resi più deboli, perché avevo smesso di coltivarli. Al mio rientro non ho trovato qualcuno che mi accogliesse a braccia aperte, ma al contrario ho trovato molto distacco e diffidenza, come se qualcosa di radicale fosse cambiato nel modo in cui mi relazionavo con gli altri. Ma ero io ad essere cambiato”.
Rispetto alle tematiche affrontate Puppini spiega: “In un contesto come quello di oggi il valore artistico di questa storia si ritrova nella lotta quotidiana delle comunità LGBTQ+ contro ogni discriminazione di genere, che difende le scelte personali di fronte a un mondo ancora troppo ostico che non vuole proteggere l’individuo. Non solo il film vuole presentare il punto di vista di Giacomo, ma si sforza di introdurre anche quella società che fa così fatica a spostarsi da alcuni valori precostituiti”.
Il cast
Accanto a Francesco Patanè, nei panni di Giacomo, nel cast spiccano anche due valdostani: Bobo Pernettaz, nel ruolo di Luca, il padre del protagonista che parla in patois, e Jean Paul Dal Monte (Stefano). Tra le attrici, figurano Maria Caggianelli Villani e Lidia Vitale. La produzione ha inoltre collaborato con la compagnia teatrale Le Falabrac e lo stesso Bobo Pernettaz per tradurre i testi in dialetto.
Il progetto è prodotto da dispàrte che in Valle d’Aosta aveva già lavorato alla coproduzione del cortometraggio Eldorado di Mathieu Volpe, girato tra La Thuile, Pré-Saint-Didier e Ozein, in collaborazione con la belga Velvet Films e con il sostegno della Film Commission Vallée d’Aoste.
Regista e sceneggiatore milanese, Francesco Puppini si è laureato presso la Northern Film School e ha lavorato come creativo digitale per il programma di rilancio online di BBC Three. Nel 2024 è stato selezionato per partecipare a un prestigioso workshop diretto da Tim Crouch nell’ambito della Biennale College Teatro.