Il Festival Città Diffusa di Palinodie continua a crescere tra musica e sperimentazioni
Quattro giorni per vivere la città con occhi nuovi, attraverso le lenti dell’arte e del teatro. Dal centro di Aosta fino al quartiere Cogne, dagli Orti di Sant’Orso fino alla tettoia di Via Volontari del Sangue. Il festival Città Diffusa, organizzato dalla compagnia Palinodie, ha abbracciato Aosta e i suoi abitanti per la quarta volta.
Nato nel 2020 da una riflessione sul recupero degli spazi “abbandonati” e dei “non luoghi” della città, nel 2024 il festival non ha perso il suo spirito, ma si è arricchito per idee, luoghi, spettacoli e pubblico. Le presenze registrate, tra prenotazioni e biglietti acquistati sul momento, sono circa 800 con ben cinque eventi sold out, tra cui il concerto di Sarafine e lo spettacolo di The Yoricks, su un programma di quindici appuntamenti.
Il tema luce/buio è stato esplorato in una dicotomia che, più che mettere in opposizione due concetti, li incanala in un’unica riflessione. Tra la luce del sole e quella dei riflettori sul palco, il buio della notte e delle quinte del teatro, il Festival ha fatto di Aosta il suo palcoscenico riempiendola di emozioni, ricordi ed arte.
Alba – sperimentare
La rassegna si apre all’insegna della luce, sotto la tettoia di via Volontari del Sangue nel sole di un caldissimo pomeriggio estivo, con la videoinstallazione “I cercatori di Luce” di Giuliana Cunéaz. Il primo giorno è all’insegna della sperimentazione: l’arte digitale a base di luce della prima talk lascia il posto alla performance Linfa un gioco di luci ed ombre, di sguardi e silenzi, di spazi intimi e condivisi.
A questo punto, nel buio di via Volontari del Sangue, arriva Sarafine. La vincitrice di X-Factor 2023 fa tremare i vetri della tettoia che, illuminati dalle sue luci di scena, diventano il perfetto specchio dell’energia travolgente dell’artista capace di attirare e far ballare tutti, dai bambini agli adulti, dagli appassionati a chi la scopriva per la prima volta.
Mezzogiorno – il cuore
Dalla periferia al centro, dalle sperimentazioni ai classici: il venerdì ha ospitato il cuore di Città Diffusa, nel cuore di Aosta. Ad aprire questa seconda giornata la presentazione del libro “Placemaking. Creare luoghi vivi, amati, attraenti” di Valeria Lorenzelli che offre uno spunto sul tema centrale del Festival, il tutto all’interno del chiostro di Sant’Orso. La serata continua in un altro luogo nuovo per il Festival, ma quanto mai centrale: al teatro Giacosa di Aosta due spettacoli teatrali molto diversi tra loro. Nel buio di un palco spoglio i ragazzi di IAC Matera sudano e corrono per trovare la città che è stata loro promessa tra splendidi effetti di luce e fumo in uno spettacolo dedicato ai più giovani.
E poi arriva Ana Trif e la serata si chiude con un colpo sordo. Non sono i bassi della musica elettronica che apre e accompagna il suo spettacolo dall’eloquente titolo “When I said let’s get wet I didn’t mean tears”, ma la forza del suo racconto e della sua presenza fisica sul palco. Uno sfogo amaro e triste sul corpo e la sessualità della donna in cui l’attrice spoglia e riveste il suo corpo continuamente, ma lasciando completamente nuda la sua emotività con una potenza sconcertante.
Tramonto – scoperta
Alla scoperta di antichi mondi e immaginari lontani. La giornata si apre con il laboratorio “fare una candela” dell’apicoltrice Sara Cuffari (il quarto sold out) tra il profumo di miele e di cera d’api per esplorare l’universo di questi sorprendenti insetti. Dopo la luce del sole e delle candele della mattina, il pomeriggio continua all’insegna della scoperta, questa volta del tempo. Nella penombra dell’Area megalitica i partecipanti hanno potuto ritrovare antichissimi segni di una società perduta per poi approfondire il tema rapporto uomo/tempo grazie al filosofo Pascal Chabot.
Si torna sotto al cielo solo per lo spettacolo serale, sotto la luce delle stelle, ma soprattutto del teatro. Questa volta la compagnia è The Yoricks e lo spettacolo è davvero per tutti: in piazza della Cattedrale clown muti e in scarpette da tip-tap ballano e giocano su una colonna sonora suonata dal vivo. Un mix tra teatro profano e uno spettacolo di strada dove le maschere da animali e i vestiti da monaci dei performer fanno da contrasto ai loro movimenti rapidi e precisi e ai loro modi buffi da pagliacci incantando un vastissimo pubblico per il quinto sold out del Festival Aosta Città Diffusa.
Notte – ritrovarsi
Ritrovarsi o perdersi tra le parole delle poesie di Elena Biagini in un percorso intimo, ma alla luce del sole. Un’apertura che sa già di conclusione e rallenta i ritmi forsennati dei giorni precedenti, per accompagnare gli spettatori alla serata conclusiva di Aosta Città Diffusa negli Orti di Sant’Orso. Un pic-nic per salutarsi e ritrovarsi seguito da due letture dal vivo dei ragazzi di Letture Altre, immersi nel frescore e nel buio che avvolge gli orti.
A concludere i quattro giorni di appuntamenti la voce romantica e potente di Caterina Cropelli. Insieme alla sua band la cantautrice ha regalato ad un pubblico – ancora folto e attivo – un concerto sentito, divertente e coinvolgente. Sotto le stelle invisibili di una lunga notte d’estate non c’era il buio, ma la luce di un lungo e sentito applauso