Il guerriero celtico svela i suoi primi segreti

18 Settembre 2019

Che ci sia un legame tra il mondo celtico e la Valle d’Aosta non è certo una novità; mai però era avvenuto un ritrovamento straordinario come le ossa di un guerriero celtico, rinvenute durante gli scavi per il parcheggio dell’ospedale Parini.

Durante una conferenza all’Area megalitica di via Saint-Martin-de-Corléans, l’archeologa Alessandra Armirotti ne ha svelato tutti i dettagli.
La spada accanto ai resti del suo corpo e il tipo di tumulo funerario in cui è stato seppellito suggeriscono che fosse un uomo importante, un guerriero.

Molte le analisi svolte sui suoi resti,  tra cui esami a raggi X eseguiti in collaborazione con l’ospedale Parini, che hanno permesso di conoscerlo meglio: alto 1.74 (statura sorprendente per l’epoca) e in ottima salute, pare si sia trovato in Valle d’Aosta nel VII secolo a.c.. Risulta, inoltre, avere compiuto molti spostamenti, così da guadagnarsi anche il soprannome di “viaggiatore”, rafforzato anche da una deformazione della colonna vertebrale dovuta alle cavalcate, che avvenivano senza staffe presso le popolazioni celtiche.

Le numerose tracce biologiche e chimiche presenti sul suo scheletro hanno rivelato un particolare molto curioso: sulla mano sinistra è stato ritrovato un solo tipo di polline, forse un giglio, per accompagnarlo nell’aldilà.

Nel corso della serata, aperta dalla performance “In un letto di pietre- Canto per un guerriero celtico” dell’attore Andrea Damarco e del musicista Christian Curcio, è stato proiettato in anteprima il documentario di Alessandro Stevanon e dalla società Akhet “Il viaggiatore delle Alpi”, che ha sottolineato come il guerriero celtico sembri quasi “aver scelto di riposare in un luogo sacro protetto dalle montagne della Valle d’Aosta.”

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