Il “Sabato Bestiale” di Fabio Concato al lago d’Arpy
“Ma questo è Woodstock!“. Ha esordito così, in riva al lago d’Arpy, il cantautore milanese Fabio Concato, protagonista del concerto della rassegna Musicastelle in Valdigne sabato 1° luglio. La giornata, contraddistinta da un vento particolarmente forte, ha fatto da scenario allo spettacolo dell’interprete, che ha scherzato con il pubblico tra una canzone e l’altra sul freddo e sulla sua età, ma anche sulla bellezza del paesaggio e la sua carriera: “Sono a regola eh, anche se a 2000 metri di altezza ho richiesto una bombola d’ossigeno e quindi mi sento tranquillo”. O ancora: “Vorrei sdraiarmi qui, ora, con un plaid e dormire, sarebbe bellissimo!”.
Il cantante, storico ospite della Valle del Lys, tra l’ammissione di non essere mai salito al lago d’Arpy e la felicità di suonare in un luogo dal fascino incredibile, ha regalato al pubblico un viaggio tra i suoi successi più grandi – tra le altre, Domenica Bestiale, Sexy Tango, Fiore di Maggio e Tienimi dentro Te -, e con alcune gemme (In trattoria e Troppo Vento), che da tempo il cantante non interpretava più “non so nemmeno perché, ma ho comunque scritto 170 canzoni e quindi è normale che per alcuni periodi ci siano dei brani che non propongo più”.
Una di queste canzoni è senza dubbio il suo brano preferito, Gigi (come ha dichiarato ad Arpy), una canzone dedicata al padre che scrive alla fine degli anni ’80 ed inserisce, un decennio più tardi, nell’album Giannutri.
Morgex ha accolto in un grande e caloroso abbraccio uno dei cantautori più prolifici del panorama italiano, ma anche uno dei meno conosciuti nella sua interezza: Concato (pseudonimo di Fabio Bruno Ernani Piccaluga, nome d’arte che sceglie ispirandosi al padre, musicista anch’esso), nella sua carriera lunga e costellata di successi e canzoni memorabili, che ancora oggi attraversano generazioni e stili musicali, tra le altre cose ha regalato una canzone al Telefono Azzurro (051, cantata in occasione di Musicastelle), ha partecipato alla sigla di Ufo Robot nel 1978 prestando la sua voce ai cori della canzone del cartone animato e ha preso parte nel 2018, con un cameo, nel film “Loro” del regista premio Oscar Paolo Sorrentino.
Il concerto al lago d’Arpy, semmai ce ne fosse bisogno, ha anche sottolineato e confermato l’elegante e sottile ironia del Concato meneghino che, per presentare il suo successo più grande, Domenica Bestiale, esordisce così: “Questo brano l’ho proposto quest’anno a Sanremo, sono stato chiamato dalla direzione del festival che ha rifiutato la canzone dicendomi che non era al mio livello, che somigliava troppo a un mio vecchio successo. Insomma, l’ho presa molto male, ma vorrei cantarvela perché secondo me è la quintessenza della musica”.
E quando le inconfondibili note del successo del 1984 invadono l’aria fresca di Arpy, il pubblico accoglie Concato in platea con un lungo applauso che va all’artista, ma anche all’uomo: colto, elegante e ironico, un esempio difficile di come non importa quanto di frequente si pubblichino album – e lo stesso Concato ammette di non essere troppo prolifico, ultimamente -: c’è chi resta nella memoria collettiva del pubblico.
A interrompere il concerto a un brano dalla fine la pioggia fitta che il cielo non riesce più a trattenere e che lascia il tempo a Concato di finire la bellissima Sexy Tango, ma gli impedisce di cantare Non smetto di Aspettarti (nonostante il cantautore abbia chiesto ai tecnici di farglielo provare comunque). L’artista deve quindi abbandonare il palco e salutare in fretta il suo pubblico che però, in Valle d’Aosta, non smetterà di aspettarlo per continuare ciò che la pioggia ha interrotto.
Le foto nelle gallerie sono di Matteo Bosonetto in esclusiva per AostaSera.it.