Il viaggio di Ron al centro esatto della musica affascina Aosta

29 Febbraio 2024

“Quello che conta è il percorso del viaggio e non l’arrivo”. Parole del poeta americano e Nobel per la letteratura Thomas Eliot, che rilanciano il celebre “Io amo viaggiare, ma odio arrivare” di Albert Enstein. L’itinerario musicale di Ron, nome d’arte di Rosalino Cellamare, prosegue da 50 anni e lo show di ieri sera allo Splendor di Aosta per la Saison culturelle (seconda data del tour “Al centro esatto della musica” del cantautore) non ha fatto altro che ribadire quanto lo scienziato e il letterato avessero ragione.

Inizio, dinanzi a un teatro gremito, con “Una città per cantare”. Ron chiarisce che l’obiettivo della serata è “aprirvi le porte della nostra sala prove”. Una dimensione intima restituita anche dall’allestimento scenico, con il cantante che, accompagnandosi alla sua fida sei corde acustica, passa da un divano alla sedia-sgabello al centro della scena. Con lui, solo tre musicisti: Giuseppe Tassoni a piano e tastiere, Roberto Di Virgilio alle chitarre e Stefania Tasca a percussioni e voce.

Tutti con le carte assolutamente in regola, ma proprio la vocalist finisce, da inizio serata, tra le annotazioni positive sul taccuino di chi guarda, incaricandosi delle parti femminili nei duetti che Ron non ha mai disdegnato nella lunga carriera. La si scopre a inizio scaletta in “Cambio Stagione”, scritta da Carmen Consoli per il cantautore, ma è il bis finale “Vorrei Incontrarti Fra Cent’Anni”, con cui Cellamare e Tosca vinsero Sanremo 1996, a convincere definitivamente sul suo conto.

Nel mezzo, i brani con cui Ron dagli anni Sessanta mette in voce e note il caleidoscopio della vita, in cui si mischiano sentimenti (“Più di quanto ti ho amato”, “Anima”), felicità (Cosa Sarà), pagine scure e tristi (“Il Gigante e la bambina”, sulla violenza sui minori, che il cantautore interpretò al “Disco per l’estate” 1971 ancora adolescente, subendo anche la censura del testo), legami (“Sono un figlio” dedicata ai genitori) e incontri, che sono e restano gli episodi più interessanti nella vita di un artista.

Su tutti, quello con il compianto Lucio Dalla, che Ron ha evocato soprattutto per il viaggio in nave dal Golfo di Napoli alla Sicilia, durante il quale contribuì alla musica di “Piazza Grande”, proposta allo Splendor con trasporto, ma anche con la leggerezza da sempre evocata dal pezzo. Un faro del cantautorato italiano, ma non solo, come ha raccontato lo stesso Cellamare, ricordando quando ad un concerto di Amalia Rodrigues, negli Stati Uniti, restò sorpreso dal sentire eseguire il brano in chiave fado.

E sul palco della sala prove Splendor si è vista anche l’amicizia di una vita con Gaetano Curreri, storico leader degli Stadio, ma anche autore per Vasco Rossi. Ron ha ricordato come “le cose migliori, quando si prova, vengono fuori alle 3 del mattino”, raccontando poi come lui e l’amico, in piena impasse data dal voler incidere un brano con un coro di bambini (ovviamente indisponibile a quell’ora di notte), vennero soccorsi da un tecnico del suono, che agì a posteriori sulla velocità dell’incisione multitraccia.

Con lo show (ma chi scrive, vista l’atmosfera, trova più appropriato il termine, per quanto desueto, “récital”) avviato sul rettilineo finale, tra “Quanto amore c’è” e “Le foglie e il vento”, trova posto anche una poesia di Pablo Neruda. E ancora, il riconoscimento ottenuto nel 2023 da Ron, il Premio Tenco per la carriera. Un “certificato di qualità” della canzone italiana, che “porto sempre nel cuore” e che, ieri sera, è stato omaggiato con “Lontano Lontano”.

Dopo due ore di concerto filate, cala il sipario e la sala prove chiude, tra gli applausi del pubblico (che Ron, in uno dei due episodi della serata in cui si è seduto al piano, è riuscito anche a far cantare, risultato non così scontato in Valle). Se una cartina di tornasole della riuscita della serata è nel numero di persone che si trattengono a fine concerto per complimentarsi o incontrare l’artista, mentre lascia il teatro, va detto che il gruppo di ieri sera è stato il più folto notato dall’inizio di questa Saison. Non stupisce. La moneta con cui si ripagano le emozioni si chiama riconoscenza. Ed è giusto (e bello) così.

Ron – Tour “Al centro esatto della musica
Teatro Splendor, Aosta – Mercoledì 28 febbraio 2024
Scaletta:

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