“La storia di Topin-Ambur”, esce il nuovo libro di Elisa Spina e Annie C. Roveyaz
Vi siete mai chiesti come nascono i nomi degli ortaggi? O della frutta? O, ancora, chi abbia dato il nome di fragola alla fragola, di melone al melone o carota alla carota? La risposta arriva in “La storia di Topin-Ambur”, il libro scritto da Elisa Spina con le illustrazioni di Annie C. Roveyaz – entrambe valdostane – e pubblicato da Babele Editore.
Tra le sue pagine scopriremo, grazie alla fantasia del piccolo Edoardo e di mamma Elisa, quale potrebbe essere, ad esempio, la storia del topinambur, un tubero tanto strano quanto buono e sano. Il libro sarà disponibile in tutte le librerie dal 1° febbraio, ma si può già acquistare in pre-ordine su tutti gli store online e su Amazon.
“Tutto nasce con Edoardo, il mio bambino, d’altronde come ogni cosa bella e buona nella mia vita – spiega l’autrice Elisa Spina –. Io e il mio compagno amiamo la montagna e fin da subito abbiamo deciso di condividere questa passione con il nostro bimbo, anche se piccino. Le nostre estati le abbiamo sempre trascorse con bastoncini, pranzo al sacco e con Edo nello zaino raggiungendo un rifugio dopo l’altro, ma ovviamente il suo peso sulle spalle si faceva sentire allora per convincerlo a camminare gli raccontavamo storie inventate sul momento per catturare la sua attenzione e non fargli sentire la stanchezza del tragitto. E credetemi, questo metodo funzionava alla grande! Le storie del papà, ahimè, non lo affascinavano come quelle della mamma che gli rimanevano sempre impresse, ma soprattutto una, quella di Topin-Ambur, che puntualmente mi chiedeva di raccontare. Per non dimenticare questa fiaba inventata per e con Edoardo (devo confessare che molti dettagli sono farina del suo sacco) ho deciso di metterla su carta”.
“Solitamente, quando leggo un manoscritto, ci sono scene che ‘si disegnano’ nella mia mente – racconta invece l’illustratrice Annie C. Roveyaz –. Delle volte sono chiare, altre volte più nebulose. Nel caso della storia di Topin-Ambur, mi sono subito vista il libro ben delineato nella testa: le scene erano chiare, colorate e ben definite. Volevo assolutamente illustrare questa storia. Sono, quindi, passata alla fase di studio dei personaggi, definizione degli schizzi (faccio ricerche sul tema – in questo caso il topinambur –, guardo foto e libri che possono aiutarmi a delineare le diverse illustrazioni) e poi alla colorazione, che avviene in digitale. È stato molto divertente poter dare vita al fattore Leopoldo, al suo amico topino ed anche ai personaggi di contorno che popolano questa storia”.