Matilda Colliard, la violoncellista aostana da record nel segno di Bach

21 Gennaio 2022

“Toccare con mano la musica di Dio”. Matilda Colliard non usa mezzi termini quando parla della musica di J.S. Bach, ma può farlo, è lei infatti l’unica donna italiana ad aver inciso l’integrale delle 6 suites per violoncello Solo del compositore tedesco e, quello che sembrava essere un progetto folle, è stata invece una delle sue fortune, un viaggio che l’ha portata nell’Olimpo di chi ha avuto il coraggio di affrontare questa scalata vertiginosa e audace.

Matilda, 34 anni, aostana di nascita e ora a Milano, non ha mai avuto dubbi, la musica da camera doveva essere (è e sarà) la sua vita: nata e cresciuta in una famiglia di musicisti, si avvicina giovanissima al violoncello, grazie al metodo Suzuki. Da qui le cose vanno veloci e le permettono di vedere chiaro: nel suo percorso ci sarà sempre e solo la musica. Il trasferimento, a Novara, per studiare nel Conservatorio dove il padre insegna, è la prima svolta: “Mi sono trasferita in quello di Novara dove ho conseguito il diploma e la laurea in violoncello. Lì ci siamo trasferiti con tutta la famiglia. Io ho iniziato a lavorare con la musica molto presto: a 17 anni suonavo già stabilmente al Teatro Carlo Coccia di Novara, ero la più piccola della fila dei violoncelli ed è lì che mi sono letteralmente ‘fatta le ossa’ nel campo lavorativo. Ho sempre avuto un carattere molto ribelle e per questo motivo, all’età di 20 anni ero già fuori di casa a guadagnarmi da vivere suonando di qui e di là. Mentre lavoravo però non perdevo di vista la mia passione principale che era quella della musica da camera e per questo motivo continuavo a studiare in contemporanea, all’accademia di Imola, il repertorio per violoncello e pianoforte e per trio con pianoforte. Sono poi diventata anche insegnante di violoncello presso la scuola Steiner a Milano dove attualmente vivo e questo mi ha concesso di dedicarmi maggiormente a quello che mi piaceva davvero”.

Gli studi, la crescita e infine anche la formazione di un trio stabile (Trio Carducci) con il quale Matilda svolta letteralmente. Insieme alle sue colleghe vince il “Grand Prize VirtuosoCompetition che ha permesso loro di esibirsi alla Royal Albert Hall (Elgar Room) di Londra; suonando anche nella prestigiosa St. Martin in the Fields e venendo invitate all’Istituto di Cultura Italiano di Londra. Il primo album di Matilda esce proprio con il Trio Carducci per l’etichetta Brilliant Classics, la stessa con la quale parte in Cina per un tour. Il trio, come spesso accade, si scioglie e la musicista valdostana continua a dedicarsi alla musica da camera, concentrandosi stavolta sul repertorio per violoncello e pianoforte, dando vita al suo secondo progetto discografico: l’opera completa per violoncello e pianoforte di Beethoven, raggiungendo dei numeri di ascolti davvero impressionanti con le piattaforme digitali.

Matilda Colliard

Il violoncello, un’ossessione, un’esigenza e, infine, una ragione di vita che l’ha spinta a cimentarsi con l’impresa che tutti i violoncellisti sognano di poter sperimentare e chiudere: l’incisione dell’integrale delle 6 suites per violoncello Solo di Bach; una gigantesca prova di concentrazione, audacia e tenacia, come lei stessa sottolinea con un orgoglio assolutamente giustificato, ma che lascia sbalorditi per modestia: “Le sonate di Beethoven sono molto importanti per noi violoncellisti e riuscire ad affrontarle tutte richiede una buona dose di nervi saldi e coraggio! Esiste però un repertorio ancora più ostico e al quale in pochi sono così pazzi da decidere di avvicinarvisi in maniera integrale e addirittura di incidere. Sto parlando delle 6 Suites per Violoncello Solo di J. S. Bach: sono il pane quotidiano del violoncellista, tutti devono affrontarle prima o poi, durante il percorso di studi ma anche per le audizioni in orchestra. E tutti pensano e dicono la stessa cosa: è repertorio intoccabile, non basta una vita per comprenderlo davvero, è musica alta, la cosiddetta musica delle sfere. Ed è tutto vero. Infatti le incisioni che troviamo in giro appartengono solo a violoncellisti di fama mondiale, violoncellisti che possono permettersi di toccare con mano la musica di Dio. Io però ho pensato che da un certo punto di vista, se quella musica era stata scritta da un uomo, forse desiderava che fosse fruibile dagli uomini e non solo da pochi eletti divini. Così ho proposto all’editore della casa discografica Da Vinci Classics di incidere le 6 Suites. Lui ha accettato subito e così è cominciato questo mio folle progetto”.

Matilda Colliard

Matilda si concede un anno di tempo per chiudere il progetto e, nel mentre, cercando un confronto con musiciste donne che prima di lei si siano cimentate in questa coraggiosa avventura, scopre che non esiste nessuna ad aver affrontato prima tutto questo. Tra lo sbigottimento e l’incredulità, questa assenza di colleghe la motiva ancora di più, spingendola a progredire e andare avanti: “Mi sono accorta che non esistevano donne italiane violoncelliste ad aver inciso quei capolavori. Questa notizia mi ha sconvolta e ho sentito una sorta di motivazione in più per proseguire e per provare a dare il mio contributo, che potesse essere il più possibile di spessore e di valore. È diventata sempre più una missione. Man mano che lavoravo, questa musica mi ha forgiata e io ho avuto davvero modo di conoscere me stessa. Perché io penso che la musica di Bach abbia anche questo potere: aiuta a conoscerci. Non avevo aspettative dopo l’uscita del disco, perché di fatto sapevo di averla combinata grossa e che se si fosse scomodato qualche critico o qualche musicista importante, di certo mi avrebbe messa in croce. Soprattutto perché la musica in questione è quella di Bach ed è quella più ‘intoccabile’. In ogni caso ero fiera del mio lavoro e già questo mi bastava. Le cose però sono andate diversamente e la mia felicità è immensa. Ho ricevuto consenso dalle principali riviste specializzate le quali hanno tutte votato il disco 4 stelle, ho ottenuto molti passaggi in radio e il disco, uscito ad aprile 2021, porta ancora i suoi frutti: quest’anno porterò le mie suites in diverse regioni d’Italia”.

Il futuro di Matilda sarà ancora nel segno di J.S.Bach e della sua musica “divina”, anche perché a detta della stessa musicista “non si può smettere mai per quanto riguarda le suites di Bach”, ma guardando più in là l’augurio è quello di vedere ancora il mondo attraverso la musica e poter visitare luoghi e nazioni attraverso di essa. Più concretamente, per una che non riesce proprio a stare con la testa spenta, Matilda si è innamorata di una nuova disciplina, che in realtà è una sua antica passione, la musica antica. Ecco perché si è iscritta alla Scuola Civica di Milano per poter studiare la Viola da Gamba e chissà che non raggiunga un altro record e nuovi impressionanti numeri sulle piattaforme digitali.

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