Mostra concorso dell’artigianato: primo premio non assegnato, la protesta dei partecipanti

25 Luglio 2019

La scelta della giuria di non assegnare il primo premio, nelle categorie scultura e bassorilievo, della 66esima edizione della Mostra concorso dell’artigianato di tradizione sta sollevando non poche proteste nel mondo degli scultori valdostani.

A non nascondere, per prima, il suo disappunto è Sabina Marquet, di Aosta, che, con la sua opera, si è aggiudicata il terzo premio nei bassorilievi. “Mi è parsa una cafonata, evidentemente la giuria ha ritenuto che le opere non fossero alla sua altezza” ha sottolineato la Marquet. Sul suo profilo Facebook parla di vera e propria “umiliazione degli scultori, del loro lavoro, delle ore dedicate, dell’amore e della passione che muove ogni artigiano”.

Il suo intervento, polemico ma circostanziato, raccoglie il plauso di altri artigiani o scultori tra cui anche quello di Enrico Massetto. “Ho sempre sostenuto – scrive lo scultore di Saint-Pierre – che i premi vadano dati tutti per il semplice motivo che è un concorso aperto a chiunque, non solo ai professionisti, quindi non si può pretendere che i lavori siano ogni anno al top: anche se non eccelso l’impegno va premiato e non penalizzato”. In un passaggio successivo lo stesso Massetto riconosce poi come la qualità delle opere presentate si sia negli anni decisamente abbassata.

A orientare la giuria, presieduta da Nurye Donatoni dell’Ivat, e composta da due esperti fissi – Omar Borrettaz e Saverio Favre – e da due scultori esperti, nominati dall’Assessorato regionale, Dario Coquillard e Michel Rosset sono state diverse variabili in campo.

Un peso decisivo, per la decisione finale di non assegnare il primo premio, assunta comunque all’unanimità, è venuto dal giudizio dei due scultori esperti chiamati a pronunciarsi sulla tecnica di realizzazione delle sculture. “I nuovi parametri di valutazione adottati assegnano, per le due categorie scultura e bassorilievo, un peso preponderante ai punteggi relativi a tecnica e a creatività” ha sottolineato  Nurye Donatoni. In qualità di esperti fissi – continua – noi ci siamo limitati ad esprimere un giudizio generico di contesto e d’insieme come il rispetto dei parametri di tradizionalità o di categoria, constatando, ad esempio, come due opere, forse le più meritevoli sul piano tecnico, fossero fuori rispetto al tema assegnato (ndr I valichi di confine)”.

La direttrice dell’Ivat si toglie poi un sassolino: “il problema è che gli artigiani non leggono bene il bando e ciò che devono portare, qui funziona esattamente come un qualsiasi altro concorso”.

Sulla qualità delle opere invece preferisce non pronunciarsi Dario Coquillard che, contattato, si limita a un “non voglio alimentare nessun tipo di polemica, non ho voluto rispondere proprio per questo, rivolgetevi alla Presidente”.

La valutazione dei giurati viene però apertamente contestata da Sabina Marquet: “non si è mai visto in nessuna gara al mondo un podio con il primo posto lasciato “vuoto” perché colui che è arrivato primo non sarebbe meritevole del gradino più alto”.

L’indignazione dell’artigiana di Aosta si accende poi dinanzi alle motivazioni della giuria al suo terzo premio. Sabina Marquet ha scelto di lavorare sul tema dei contrabbandieri che attraversavano le frontiere rischiando la vita per portare a casa pochi soldi. “Per realizzare questa opera ho fatto uno studio fotografico, ho condotto una ricerca storica, ho ascoltato i racconti di contrabbandieri, ho vestito i personaggi con gli abiti dell’epoca”. La motivazione della giuria però recita “l’opera (…) propone il concetto di solidarietà tra la gente di montagna, rappresentata nel caso specifico da giovani colporteurs”. “Ma quali colporteurs? Che opera hanno guardato i signori della giuria” sbotta Sabina Marquet. “Per capire che nella mia opera sono rappresentati due contrabbandieri, non era neanche necessario esaminare la breve relazione che ho allegato, bastava leggere la frase riportata in patois sulla cornice, che tradotta in italiano significa “Contrabbandieri, con la bricolla (il carico di merce di contrabbando), cuori pieni di coraggio e tasche vuote.”

Il che significa, alla fine, che a leggere un po’ meglio e con un po’ più di attenzione dovrebbero essere un po’ tutti.

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