Mostre, alla Cattedrale di Aosta arrivano i “Ritratti d’oro e d’argento”

10 Marzo 2021

Un’esposizione che nasce da un’iniziativa condivisa con i musei appartenenti alla rete internazionale Art Médiéval dans les Alpes, nata nel 2001 per valorizzare il patrimonio artistico alpino sui fronti valdostano, piemontese, francese e svizzero; e che troverà il suo “suggello” negli spazi del Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta.

Si tratta di Ritratti d’oro e d’argento. Reliquiari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia – la mostra aprirà il prossimo 27 marzo –, e consentirà a tutti di ammirare i preziosi busti quattrocenteschi del Tesoro della Cattedrale di Aosta, straordinari manufatti che veranno messi a confronto non solo con un’importante serie di reliquiari di analoga tipologia provenienti da alcune chiese della nostra regione – in particolare dalla collegiata dei Santi Pietro e Orso di Aosta e dalle parrocchiali di Antagnod, Champorcher, Charvensod, Gaby, Saint-Germain, Saint-Denis e Verrès – ma anche con due esemplari d’eccezione prestati per l’occasione da importanti istituzioni religiose elvetiche: il busto duecentesco di San Bernardo di Aosta dell’Ospizio del Colle del Gran San Bernardo e quello di San Vittore, databile al 1418 circa, del museo dell’Abbazia di Saint-Maurice d’Agaune.

Un progetto espositivo che vede una gran numero di istituzioni e musei coinvolti – il Museo del Tesoro della Cattedrale e la Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d’Aosta; il Museo Civico d’Arte antica-Palazzo Madama di Torino; il Museo Diocesano d’Arte Sacra di Susa; le Musée – Château di Annecy; le Musée Savoisien di Chambéry; le Musée Monastère royal de Brou di Bourg-en-Bresse; le Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra e le Musée d’histoire du Valais di Sion –, e che in Italia si articolerà, oltre alla sede aostana, in reciproco dialogo con il museo torinese.

L’evento culturale, proprio perché sviluppato in parallelo e in stretta collaborazione con quello ospitato nel Museo di Palazzo Madama, oltre a evidenziare l’unicità dei percorsi artistici in area alpina nel corso dei secoli, nasce dall’impegno corale per valorizzare e far conoscere una parte ancora poco nota del nostro patrimonio culturale.

La mostra ha infatti rappresentato l’occasione di importanti approfondimenti nelle ricerche e negli studi restituiti nel ricco catalogo, a cura di Simonetta Castronovo e Viviana Maria Vallet, unico per le due sedi espositive. In particolare, uno dei temi affrontati è quello dell’uso della policromia sull’argento, a vantaggio di un maggior naturalismo, reso possibile dalla sapiente padronanza di due arti diverse, l’oreficeria e la pittura, affidata alla responsabilità di maestri operanti in collaborazione. Una peculiarità è ben evidenziata proprio nell’esposizione aostana, che accomuna i pregiati busti del tesoro della Cattedrale a quelli elvetici, per la prima volta visibili tutti insieme a confronto.

L’esposizione consente quindi di riscoprire un’arte preziosa, quella dei busti reliquiario, in tutti i suoi molteplici quanto affascinanti significati: dall’importanza delle reliquie custodite alla preziosità dei materiali e alla raffinatezza tecnica, dal forte impatto emotivo e devozionale al prestigio derivante dall’alto rango della committenza.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare l’Ufficio Patrimonio storico-artistico del Dipartimento Soprintendenza per i beni e le attività culturali ai numeri 0165 274327 e 0165 274346.

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