Nel XIX Bollettino della Sovrintendenza ai beni culturali protagonista lo scavo dell’Ospedale
È stato il ritrovamento dei reperti archeologici del cantiere di ampliamento dell’Ospedale regionale Umberto Parini di Aosta il traguardo più importante tagliato dalla sovrintendenza Beni e attività culturali nel 2022. A rendere conto e ad approfondire questo e altri importanti risultati ottenuti dagli uffici competenti è stato il consueto Bollettino annuale, quest’anno giunto alla sua diciannovesima edizione e presentato ufficialmente nella serata di ieri, giovedì 1º febbraio.
Il cantiere dell’Ospedale
Area di più di 5 mila metri quadrati che in alcuni punti raggiunge addirittura i 7 metri di altezza, quella del cantiere dell’Ospedale Parini è stata sottoposta a scavi tramite metodi stratigrafici lenti. Le prime tracce umane sono databili tra la metà e la fine del IV millennio a.C. e si suddividono tra gli insediamenti della parte settentrionale e le zone di culto della occidentale.
“Se tra il III e il I millennio il luogo è stato sfruttato unicamente per scopi agricoli, nel corso della Prima Età del Ferro torna a essere funzionale alla sepoltura, come dimostrato dal ciclo di ventisei monoliti qui riportati alla luce – ha raccontato l’archeologa Alessandra Armirotti -. E’ inoltre sede del tumulo di quello che abbiamo denominato il guerriero celtico, un individuo maschio dotato di spada e puntale in bronzo deposto all’interno della sua camera funeraria”.
Alla Seconda Età del Ferro, dove la zona torna a essere utilizzata per scopi agricoli e insediativi, risale invece un’altra eccezionale scoperta di orme umane e animali che futuri studi permetteranno di identificare più nel dettaglio. Successivamente, poi, il reperimento di scheletri, alcuni dei quali ancora decorati con anelli da caviglia, fa supporre una fruizione a scopo funerario tra il III e il I secolo.
“I Romani avevano collocato qui la loro necropoli, dove abbiamo recuperato una fossa dedicata alla cremazione dei cadaveri e, unicum in tutta la Valle d’Aosta, due sarcofagi in piombo ospitanti due donne poste stranamente a poca distanza l’una dall’altra – ha proseguito Armirotti -. Dopo qualche decennio di attività funeraria nell’Età tardo-antica, nel corso del Medioevo il luogo è sede della cappella e dell’ospedale di Saint-Jean-de-Rumeyran”.
Il futuro dell’Ospedale
Il progetto esecutivo di costruzione del nuovo Ospedale regionale contempla un duplice percorso di visita dedicato all’area archeologica che sorge sotto di lui. A oggi è ancora sottoposta a lavori di costruzione e delimitazione, ma i reperti sono ben protetti per non rischiare di non essere danneggiati dagli scavi.
“Prevediamo di ricavare una passerella affacciata sui cippi lapidei e sul tumulo del guerriero, mentre tutti gli altri tesori risalenti all’Epoca romana saranno esposti all’interno del Museo della città romana di Augusta Pretoria in prossima apertura nel 2025 – precisa Armirotti -. Organizzeremo anche alcune visite specialistiche dedicate alle scuole o in occasione di particolari eventi durante le quali sarà possibile scendere al livello dei resti e camminare tra di essi su di un percorso apposito”.
Fulcro dell’itinerario espositivo sarà il guerriero celtico, uomo di circa 1,74 metri di altezza morto tra i 35 e i 40 anni; robusto e nel pieno del suo vigore, secondo la TAC e la RX effettuate in collaborazione con il reparto di Radiologia soffriva di artrosi vertebrale e disallineamento della colonna.
“Le analisi archeobotaniche avvalorano l’ipotesi che fosse stato sepolto all’interno di un tronco di legno, mentre le analisi polliniche hanno rilevato la presenza di una lilliacea sotto la mano sinistra indicativa del fatto che forse reggeva un fiore – ha illustrato Armirotti -. Grazie alle analisi sugli isotopi dello stronzio abbiamo potuto comprendere la sua dieta ad alto contenuto proteico e il suo ottimo stato di salute, mentre le analisi sul corredo saranno utili e funzionali al suo restauro”.
Il XIX bollettino della sovrintendenza Beni e attività culturali
Il XIX Bollettino della sovrintendenza Beni e attività culturali ha come consuetudine analizzato ulteriori e differenti aspetti che spaziano dal patrimonio architettonico e paesaggistico ai beni storici e artistici, dalle analisi archeologiche e scientifiche agli archivi locali.
“Da quasi vent’anni la nostra pubblicazione ci permette di far conoscere al pubblico specialistico e non i beni che costituiscono il nostro patrimonio e gli avanzamenti nello studio e nella ricerca senza i quali non potrebbe esistere – ha commentato la sovrintendente uscente, Cristina De La Pierre, senza mancare di ringraziare gli uffici che per anni ha potuto coadiuvare -. Le attività raccontate tra queste pagine sono molteplici e interdisciplinari e sono il frutto di un costruttivo scambio di idee e riflessioni con i nostri tecnici oltre che di una messa in comune di ciò che ognuno sa nel rispetto delle esigenze cui la sovrintendenza deve rispondere”.
Giunta alla sua ultima presentazione pubblica, De La Pierre ha citato alcuni degli interventi discussi e approfonditi all’interno del Bollettino, passando simbolicamente il proprio testimone nelle mani della nuova sovrintendente, Laura Montani.
“Gli articoli trattano di luoghi di interesse quali la Prevostrura, tuttora oggetto di lavori che hanno generato un disagio in parte compensato dagli importanti risultati conseguiti, e il sito fusorio bassomedievale ritrovato nella Valle di Ayas – ha rammentato la donna -. A Saint-Marcel sono stati scovati reperti che hanno portato a ipotizzare una nuova cronologia del sito di Étéley, mentre il Castello Gamba ha festeggiato il suo decimo anno di apertura e la fondamentale collaborazione con Casa Testori tramite una ricca serie di iniziative”.
Oltre a testi di mera ricerca storica, la pubblicazione 2024 contiene alcuni aggiornamenti circa le prossime incombenze degli uffici, tra le quali spiccano il restauro interno della chiesa parrocchiale di Saint-Vincent e della statua dei Santi Pietro e Orso realizzata al fianco del centro specializzato della Venaria Reale.
“Vi sono anche alcune attività che non riusciamo a rendicontare poiché relative a beni di privati sottoposti a tutela tra cui strutture idroelettriche e alberghi – ha evidenziato De La Pierre -. Siamo riusciti quest’anno a illustrare la riqualificazione di uno stadel di proprietà privata come intervento esemplare”.
Il XIX Bollettino annuale della sovrintendenza Beni e attività culturali sarà reso disponibile a decorrere da oggi, venerdì 2 febbraio, a tutti coloro che lo richiederanno scrivendo all’indirizzo email r.gallo@regione.vda.it. Tutti i volumi precedenti sono invece consultabili nell’apposita sezione del sito web regionale.
Ringraziando per il lavoro svolto e l’entusiasmo dimostrato dai tecnici, l’assessore Beni culturali, turismo, sport e commercio, Jean-Pierre Guichardaz ha concluso la serata di presentazione sottolineando l’orgoglio che ogni valdostano dovrebbe provare per il proprio retaggio storico.
“Abbiamo voluto raccontare del cantiere dell’Ospedale perché si tratta di un argomento di attualità evocato anche all’interno delle sedi politiche con una certa vena polemica che contrasta con il valore del sito – il suo commento -. Credo che dovrebbero essere inserite nel bilancio ingenti risorse dedicate a questo settore, in un clima di continuità amministrativa che guarda alla cultura come un patrimonio da continuare a preservare”.