Prima Fila: rubrica cinematografica a cura di Marco Gianni

06 Aprile 2009

Valzer con Bashir
Di Ari Folman. Israele, Francia, Germania 2005 – 100 minuti
Cinéma de la Ville: 7 aprile ore 19 – 8 aprile ore 16 – 21

Si è sentito tanto parlare dei massacri di Sabra e Shatila ma poco si è visto da quei giorni dei metà settembre del 1982 quando diverse centinaia di uomini, donne e bambini (tra le 400 e le 800 a seconda delle fonte) morirono nei campi dei rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut. Ari Folman c’era e vide tutto, e con lui centinaia di soldati israeliani, professionisti o di leva. Quasi trent’anni dopo, Folman ricostruisce il puzzle di quei giorni e delle battaglie che li precedettero, andando alla ricerca dei suoi ex-commilitoni ancora in vita. Il risultato è questo intenso e spietato documentario a disegni animati, attraversato dall’inquietudine di chi si sente in dovere di ricordare dopo una vita spesa a rimuovere dalla propria memoria il trauma delle atrocità perpetrate e di quelle tollerate. “Valzer con Bashir” parla con la voce di una coscienza che procede ostinata verso una verità tanto grande quanto scomoda: la sua importanza non sta solo nel combinare due linguaggi (documentario e animazione) che raramente erano stati impiegati insieme ma proprio nel suo rivolgersi a tu per tu  con la coscienza di chi guarda e e non può più dire di non sapere.

Il curioso caso di Benjamin Button
Di David Fincher. Con Brad Pitt, Cate Blanchett, Tilda Swinton, Julia Ormond
Usa 2008 – 166 minuti. Cinéma de la Ville: 7 aprile ore 16 e 21 – 8 aprile ore 18

Di tutta l’opera di Francis Scott Fitzgerald, il racconto dal quale il film è tratto occupa poco più di venti pagine. Lo sceneggiatore Eric Roth (“Forrest Gump”, tra gli altri) ne ha fatto una vicenda epica che attraversa un secolo di storia degli Stati Uniti, dalla Prima Guerra Mondiale all’uragano Katrina. Il regista David Finche gli ha dato poi un abito raffinato nel suo insieme e ricco nei dettagli, grazie a un’eccezionale combinazione di effetti speciali, art direction e accompagnamento musicale (del francese Alexandre Desplat). Brad Pitt, alla fine, ci ha cucito sopra il suo sguardo magnetico e il risultato è che questa lunga e improbabile storia su un uomo che nasce vecchio e ringiovanisce con il progredire dell’età ci tiene incollati allo schermo per quasi tre ore più per come si svolge davanti ai nostri occhi che per quello che ci dice. Da sottolineare la prova della quasi sconosciuta Taraji Henson nel ruolo di Queenie, madre adottiva del giovane/vecchio Benjamin, una delle 13 candidature all’Oscar del film.
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