Riondino apre Les mots nel segno della tenacia del Decameron

20 Aprile 2019

Una decima edizione che inizia con uno dei nomi migliori in cartellone. Les Mots compie dieci anni e festeggia con una parola che si può declinare in tanti modi. La tenacia di un popolo che decide di rimanere in una terra non sempre facile da abitare, come la declinano molti dei politici intervenuti per l’inaugurazione in Piazza Chanoux, oppure la tenacia che permette all’essere umano di ricominciare da capo anche quando cade di fronte ai propri errori, perché è imperfetto, come spiega il direttore artistico Arnaldo Colasanti.

In dieci anni Les Mots ha subito diverse trasformazioni, sia a carattere contenutistico che infrastrutturale, ma la sostanza è invariata, come ha sottolineato l’Assessore Laurent Viérin: “Dieci anni fa, con il compianto Lucio Dalla, lanciammo una sfida. Volevamo che la più piccola regione d’Italia fosse in grado di lanciare un messaggio di cultura oltre i confini, riprendendo il concetto dell’Agorà, per celebrare la parola in tutte le sue accezioni e per rendere la cultura accessibile”.

Les Mots 2019

L’Assessore risponde anche alle critiche piovute in questi giorni rispetto alla scelta di devolvere alcuni introiti della manifestazione al progetto di ricostruzione di Notre-Dame a Parigi: “la cultura non ha confini. Sbaglia chi pensa che aiutando la ricostruzione di un monumento oltre i confini nazionali sottintenda che non ci occupiamo di quelli sul nostro territorio”. Arnaldo Colasanti fa gli onori di casa e presenta sul palco la novità dell’edizione 2019, ovvero lo spazio per gli autori locali (o che trattano di Valle d’Aosta), ogni giorno alle 19, curato da Caterina Pizzato e Davide Jaccod, che abbineranno ai libri dei vini locali.

Caterina Pizzato e Davide Jaccod – Les Mots 2019

Spazio alla cultura dopo il taglio del nastro, Colasanti, ormai intramontabile padrone di casa, introduce con una lunga premessa sulla tenacia, uno dei nomi più interessanti della manifestazione, perfetto per aprire con il botto, ma forse un po’ “sprecato” un sabato, a pranzo, la vigilia di Pasqua. Scelte.

David Riondino sale sul palco di Piazza Chanoux con tutta la sua toscanità e incanta il pubblico, non numeroso per un’ inaugurazione, con i racconti delle novelle del Decameron, “un’enciclopedia del sentimento, esempio di cultura materiale dell’eros e dell’attrazione che è l’unica cultura davvero diffusa ovunque”.

David Riondino – Les Mots 2019

Colasanti lo introduce su vari temi ed è un binomio che funziona davvero bene per una piacevole ora di letteratura in musica, di cui Riondino è un notevole esponente, nonostante scherzando dica di se stesso: “A una certa età fare il cantautore è utile: la chitarra copre la pancia”. Sfilano in ordine sparso le figure più famose nate dalla genialità di Boccaccio: Donna Filippa, Rinaldo D’Asti e anche Giovanna e Federigo, anche se questi ultimi passano in secondo piano quando Riondino si improvvisa Fiammetta e canta la novella, ma dal punto di vista del malcapitato falcone del signore Degli Alberighi. C’è spazio anche per una variazione sul tema, durante la quale la tenacia è personificata nel trombettiere del generale Caster, l’italiano Giovanni Martini, le cui avventure vengono raccontate da Riondino nel libro “Il Trombettiere”, impreziosito dai disegni del grande Manara, artista che ha collaborato spesso con il toscano.

Per Les Mots buona la prima, ma resta da vedere se gli appuntamenti che verranno sapranno soddisfare la voglia di cultura di un popolo valdostano sempre più attento alla qualità, anziché alla quantità.

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