Standing ovation per lo spettacolo “Stai zitta” al Giacosa
“Di tutte le cose che possono fare nel mondo le donne, parlare è la più sovversiva”. La battuta finale dello spettacolo “Stai zitta”, diretto da Marta Dalla Via, e andato in scena ieri sera al Teatro Giacosa di Aosta, è anche un pezzo di eredità culturale lasciata al mondo da Michela Murgia, scomparsa ormai più di un anno fa.
La pièce, tratta dal suo omonimo libro, ha registrato il tutto esaurito in 37 repliche in tutta Italia. Per volere del Centro donne contro la violenza è arrivata anche ad Aosta, prima data della stagione invernale. Anche qui è andata sold out, con un pubblico di quasi sole donne che hanno riempito il teatro, hanno applaudito a lungo, alla fine si sono alzate in piedi per acclamare le attrici e sono uscite con volti sorridenti e occhi commossi.
Perché sul palco le tre attici – Teresa Cinque, Antonella Questa e Valentina Melis – hanno dato voce, con ironia e leggerezza, ai pregiudizi che accompagnano da sempre le donne in modo subdolo, al punto che loro stesse fanno fatica a riconoscerli e spesso ne rimangono incastrate. Hanno interpretato le discriminazioni che, chi più e chi meno, hanno subito tutte. Hanno rappresentato episodi e situazioni che fanno parte del quotidiano di molte.
I temi incrociati dallo spettacolo “Stai zitta” sono tanti: dal linguaggio stereotipato dei giornali e dei media che dipingono le donne come corresponsabili dei reati di violenza che subiscono, o le raccontano fragili, isteriche, vulnerabili, alla declinazione del potere e dei titoli professionali al maschile, dalla colpevolizzazione delle donne che scelgono di non essere madri, che preferiscono il lavoro alla famiglia, all’accettazione, quasi divertita, di pratiche come il catcalling e i complimenti non richiesti sui corpi delle donne.
Al termine dello spettacolo, i sentimenti del pubblico sono di riconoscimento e di riconoscenza per quelle parole recitate e molto incisive. In fondo Letizia, Martina e Vera, le attrici definite provocatoriamente senza cognome, hanno parlato di tutte, hanno lasciato un segno a tutte e gettato un piccolo seme di riflessione e cambiamento.