“50 anni diVini”, la Cantina Grosjean festeggia il suo anniversario
“Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico”. A dirlo era Molière, anche se il grande commediografo francese del ‘600 – si scusi la blasfemia – aveva forse dimenticato un elemento alla sua equazione: la famiglia.
Chi ha ben impresso questo valore sono i Grosjean, che in questo 2018 tagliano l’importante traguardo dei 50 anni dei loro vini. “50 anni diVini”, lo slogan scelto, semplice quanto efficace.
Cinquant’anni fa, nel 1968, Dauphin, oggi 93enne, apriva con coraggio – ed il supporto dei suoi figli Piergiorgio, Marco, Eraldo, Vincent e Fernando –, dal nulla, un’azienda destinata a diventare grande, la cui tradizione oggi è portata avanti dalla terza generazione, quella formata da Simon, Hervé, Marco e Didier. Che raccolgono il testimone e celebrano un anniversario importante, ed un 2018 di soddisfazioni.
Mercoledì 16 maggio, alle 17, nella Cantina Grosjean Vins a Ollignan, Quart, la celebrazione entrerà nel vivo con una serata dedicata naturalmente al vino – con assaggi delle nuove produzioni – ma con un appuntamento che abbraccia altre eccellenze valdostane come gli accostamenti enogastronomici studiati assieme a Erbavoglio – Antica latteria di Aosta, tra i Paralumi d’autore dell’Atelier Balan, ammirando le nuovissime etichette progettate dall’artista Ezio Bordet per due bottiglie vinificate appositamente per l’anniversario: il Cornalin 2008 ed il Fumin 2012.
“Sono stati 50 anni di fatiche e di gioie – spiega Simon Grosjean –, che hanno attraversato la storia della viticoltura in Valle ed il recupero e la riscoperta di una tradizione vitivinicola valdostana oggi di altissima qualità, nota in tutto il mondo”.
Gli fa eco Hervé, l’altro esponente della terza generazione Grosjean: “È una soddisfazione immensa poter lavorare con tutta la famiglia, con una caparbietà nel recuperare i vini della Valle d’Aosta che poteva sembrare un azzardo. Abbiamo cominciato questa bellissima collaborazione con Ezio Bordet, con Joël Balan e Stefano Lunardi che unisce tutto il territorio valdostano a 360 gradi tra vino, arte e prodotti enogastronomici”.
Un grande evento nato anche per ricordarsi da dove si parte: “È una serata per ringraziare anche tutti i ristoratori – prosegue Hervé – perché se oggi è facile vendere i nostri vini, e stappare una bottiglia di Grosjean al bar o al ristorante, nel 1968 non lo era, come non lo era promuoverla”.
Sugli esordi prende la parola il capostipite della dinastia Grosjean, “nonno” Dauphin”, che spiega con un filo di voce il segreto di un'attività così longeva, che va oltre l'essere una semplice “cantina”: “Abbiamo cominciato con ‘picco e pala’, eravamo davvero molto piccoli. Siamo andati avanti e speriamo di continuare grazie all’unità della famiglia, la sola cosa che conta, e che va sempre nella stessa direzione”.