Agricoltura: in Valle d’Aosta i giovani vanno nei campi

04 Aprile 2023

Risalgono a qualche giorno fa le polemiche a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Francesco Lollobrigida durante l’inaugurazione della rassegna enologica Vinitaly. Riferendosi in modo specifico agli italiani beneficiari del reddito di cittadinanza, il ministro dell’Agricoltura ha invitato giovani e meno giovani ad affacciarsi senza pregiudizi alla carriera agricola o vitivinicola. 

Viticoltura, il settore più diffuso negli under35

Stando alle stime rese note da Coldiretti in occasione dell’incontro veronese tra la premier Giorgia Meloni e alcuni studenti di agraria, circa un giovane agricoltore su 10 è proprietario di una vigna. Il fascino per tale settore di coltivazione, il più diffuso tra le aziende condotte da under 35, deriva dall’entusiasmo e dalle svolte che la nuova generazione è in grado di imprimergli, strizzando l’occhio alla sostenibilità ambientale, alle politiche di marketing, all’utilizzo dei social e al rapporto diretto con i consumatori. I giovani viticoltori che scelgono di prendere in mano le redini di imprese di famiglia o di aprirne di nuove non dimenticano spesse volte di guardare all’innovazione investendo in droni, sistemi gps, robot, software e internet senza per questo dimenticare la tradizione e il legame con il proprio territorio.

L’agricoltura in Valle d’Aosta

La Valle d’Aosta si distingue da numerose altre realtà italiane per via di una crescente vocazione agricola giovanile, ciò che la rende la regione con il più alto numero di giovani imprenditori insediatisi nel comparto. Si aggira difatti attorno all’11%, contro una contro media nazionale del 7%, la percentuale delle imprese gestite da titolari di partita iva under 35, una cifra che si ritrova soltanto in Sardegna.

“Anche se i numeri riferiti ai gestori paiono incoraggianti, abbiamo ancora necessità di manodopera e lo dimostra il fatto che, a fronte dei 16 ingressi di lavoratori stranieri assegnati alla regione dal Decreto flussi 2023, sono state ben 18 le domande presentate – commenta il direttore di Coldiretti Valle d’Aosta, Elio Gasco -. Sicuramente bisognerà ipotizzare di integrare l’accoglienza con un ulteriore decreto oppure di procedere ad accordi bilaterali con nazioni extra Ue o in prossima affiliazione all’Unione europea per il trasferimento di soggetti adatti alle prestazioni agricole”.

Al di là di una revisione del sistema dei flussi, sarebbe secondo Gasco auspicabile avviare in Valle d’Aosta un’analisi dettagliata di quantità ed entità dei cittadini disoccupati: “Questo permetterebbe di capire chi tra essi potrebbe essere occupabile in agricoltura e chi, per problemi fisici o di salute, risulterebbe invece incompatibile con la professione”.

La storia di Stéphanie

Stephanie Anselmet

Tra le schiere dei circa 6 mila viticoltori italiani spicca la ventiseienne valdostana Stéphanie Anselmet, quotidianamente impegnata nel coltivare i suoi 15 ettari di vigneti e nel produrre vini bianchi, rossi e rosati a partire da vitigni territoriali come il Mayolet, il Fumin, il Petit Rouge e il Cornalin.

“Il lavoro della terra è legato alla passione, ti dà tante emozioni ed è un continuo evolversi sia dal punto di vista personale che professionale che ti fa sentire vivo – dichiara la ragazza, recentemente nominata delegata di Coldiretti giovani impresa VdA – La parte più faticosa è quella fisica ma è compensata molto dalla libertà mentale offerta”.

L’appello di Stéphanie ai propri coetanei resta quello di lanciarsi e affacciarsi al comparto dell’agricoltura, a oggi ricco di sbocchi e sviluppi sia per i giovani sia per i meno giovani. Resta tuttavia una difficoltà su tutte, la mancanza di manodopera, che spinge la giovane ad ammettere “io stessa non riesco a trovare almeno 11 persone che mi servono in azienda”.

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