Al valdostano Paolo Bosonin, giornalista del Wall Street Journal, il Gerald Loeb Awards

08 Luglio 2016

Importante riconoscimento internazionale per Paolo Bosonin, 31 anni di Donnas. Il valdostano, dal 2015 giornalista a Hong Kong per il Wall Street Journal, ha ricevuto il "Gerald Loeb Award", il prestigioso premio per il giornalismo economico e finanziario e tra i più stimati riconoscimenti al mondo per i professionisti dell’informazione.

Nei giorni scorsi Bosonin ed alcuni suoi colleghi sono stati premiati a New York per una serie di inchieste pubblicate nel 2015 intitolate ‘Malaysia’s Missing Millions’ che hanno messo alla luce uno scandalo da diversi miliardi di dollari legato al primo ministro della Malesia Najib Razak, un alleato importante per Barack Obama in Asia.

Per diversi mesi il team di reporter capitanata dal giornalista inglese Tom Wright ha investigato sollevando dubbi sull’utilizzo di vaste somme di denaro attribuito ad un fondo di investimento pubblico chiamato 1MDB e che sarebbe servito a finanziare la campagna elettorale del primo ministro anziché lo sviluppo economico del paese.

Prima di approdare al Wall Street Journal, Bosonin ha lavorato per circa un anno e mezzo come corrispondente in Oceania per alcune emittenti televisive francesi, con base nell’arcipelago della Nuova Caledonia. In passato ha collaborato con numerose pubblicazioni online e redazioni televisive tra cui France2, Arté, Le Monde e l’Agence France Presse, realizzando documentari , articoli, webdocumentari e servizi multimediali.

Paolo Bosonin ha iniziato la sua carriera come pubblicista presso un giornale locale quando era ancora studente in lingue orientali all’università di Torino, per poi trasferirsi a Parigi e seguire un master di giornalismo all’università di Sciences Po. Durante gli studi è stato assunto come reporter televisivo presso la redazione dell’emittente privata Canal+ a Parigi, dove per circa cinque anni ha seguito l’attualità nazionale ed internazionale realizzando approfondimenti su svariati temi quali i partiti di estrema destra in Europa, le elezioni negli USA nel 2012, le rivoluzioni nei paesi arabi e la crisi dei rifugiati siriani al confine con la Giordania.

 

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