Cambio treno a Ivrea o Chivasso? “Per molti valdostani la soluzione sarà di andare in macchina”
Il rischio concreto è che, fra poche settimane, in molti non potremo più prendere il treno per andare a Torino. Chi, per ragioni di lavoro o di studio, si deve recare sotto la Mole dovendo rispettare degli orari e lo ha fatto sinora utilizzando, con i disagi che tutti conosciamo, il collegamento ferroviario si troverà presto a dover scegliere altre forme di trasporto. In definitiva l’unica alternativa sarà l’automobile.
La questione è presto detta. Le FS hanno proceduto, nei mesi scorsi, a monitorare la qualità dell’aria nelle zone di arrivo dei treni a Porta Susa. Anche attraverso un blocco sperimentale di un paio di giorni per verificarne con certezza la responsabilità, hanno rilevato che i treni diesel provenienti dalla Valle d’Aosta producono un inquinamento enormemente superiore alle prescrizioni di legge. Il sistema di areazione della stazione non può gestire quel carico di emissioni e l’unica soluzione che si prospetta per permettere alla stazione di poter essere agibile è vietare il transito ai treni diesel. Lo stesso procuratore Guariniello sta accertando i fatti ed è probabile che prenderà qualche provvedimento spiacevole. La soluzione che FS sembra prospettare è quella di organizzare una cosiddetta “rottura di carico”, ovvero un cambio treno presso la stazione di Ivrea o di Chivasso per salire su un convoglio elettrico in grado di fermarsi a Porta Susa. Non è difficile intuire le conseguenze per i Valdostani. Su un tempo di percorrenza che, da Aosta, è già mediamente di due ore dovremo calcolare un 10 o 15 minuti in più. Ma questo cambio treno produrrà, per i pendolari, un effetto ancora più devastante. Il treno di Ivrea, infatti, non potrà permettersi di aspettare i convogli eventualmente in ritardo provenienti da Aosta e sarà costretto a partire negli orari previsti.
Sappiamo tutti che la tratta Aosta-Ivrea, a causa del binario unico e dei frequenti incroci con i convogli provenienti dalla direzione opposta, è soggetta a numerosi ritardi. Un ritardo di 5/10 minuti è presumibile che sarà sufficiente per perdere la coincidenza e essere costretti ad aspettare il treno successivo. Ogni giorno ci dovremo chiedere… “Riusciremo a raggiungere la stazione di Ivrea?” Per un viaggiatore occasionale può essere un contrattempo ma per un pendolare l’affidabilità e la puntualità è un fattore determinante. Addirittura, molti di noi, pur di prendere il treno mettono in conto il “ritardo cronico” dei treni valdostani e cercano di darsi un margine di tolleranza prendendo il treno prima dell’orario effettivamente necessario per rispettare appuntamenti e orari di lavoro. Ma se anche questo “ritardo cronico” diventerà impossibile da determinare l’effetto sarà solo uno: i valdostani smetteranno di prendere il treno. Per la cronaca Fs sta cercando di capire se è possibile evitare questo epilogo “inquinando” Porta Susa solo con i “Minuetto”, trasferendo tutti questi modelli di treno sulla nostra tratta e mandando gli altri ad inquinare da qualche altra parte. Soluzione all’Italiana? D’altra parte i nodi, prima o poi, vengono al pettine. Avendo passato anni e anni disinvestendo sulla ferrovia mentre il resto del mondo elettrificava, raddoppiava e innovava è evidente che sarebbe arrivato questo momento. Siamo diventati “incompatibili”. E noi che possiamo fare? Con il Governo nazionale è abbastanza inutile parlare visto che è, ormai, agonizzante. L’atteggiamento di FS è abbastanza noto: più alta velocità (redditizia) e meno servizio pubblico sulle reti secondarie (che sono una rogna). E la Regione Valle d’Aosta? Sarebbe fin troppo facile ironizzare sulle politiche della mobilità dell’Union + affini + Pdl.
Un aeroporto fantasma, il fantasma di un metrò ad Aosta, l’autostrada più cara d’Italia e qualche lettera di protesta dell’Assessore Marguerettaz sono il massimo di azione politica che sono riusciti a fare. Nel 2006, Nicco e Perrin, deputato e senatore del centrosinistra, fecero stanziare nella finanziaria, del tanto vituperato governo Prodi, 40 milioni di euro per il potenziamento della rete ferroviaria. Soldi non ancora spesi perché concentrati sulla tre volte bocciata “lunetta di Chivasso”.
Queste risorse, però, più quelle ipotizzate per il metrò di Aosta più quelle ipotizzate per il collegamento con Martigny (altra fantasia) potrebbero essere impiegate per elettrificare la nostra tratta, raddoppiare i binari laddove è possibile per evitare gli incroci e, magari, comprare qualche carrozza migliore e più accogliente in modo da rendere appetibile, anche per qualche turista, venire a sciare ad Aosta in treno. Bisognerebbe avere al governo della Regione e del paese qualcuno a cui interessa, magari rileggendosi l’art. 3 della Costituzione.
Fabio Protasoni
Presidente AssReg del PD