Casinò: il bilancio 2017 è in profondo rosso, perdite per 21,5 milioni
Una perdita di 21,5 milioni di euro. Questo il dato allarmante che emerge dall’esercizio 2017 del Casinò de la Vallée, con lo spettro del fallimento – annunciato a fine luglio per la Casa da Gioco di Campione – che comincia a farsi concreto. I colori del “tavolo verde”, insomma, fanno ora paura, con bilancio in profondo rosso ed un futuro che sembra sempre più nero.
In attesa della discussione sul bilancio in assemblea dei soci il 14 settembre, il documento racconta, nelle pieghe delle cifre, la situazione in cui versa il Casinò. Un “malato” su cui grava pesantemente il costo del lavoro per ben 54,2 milioni di euro, gli accantonamenti obbligatori previsti per la legge “Fornero” per 12,3 milioni, gli ammortamenti tecnici ma anche i "ridotti volumi di fatturato", che fa leggere un calo del 3,1% pari 2 milioni di euro in meno. L’equazione è presto fatta: il Casinò guadagna e produce per 63 milioni di euro, i costi ammontano invece a 83 milioni.
“Non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio chiuso al 31 dicembre 2017”, si legge nella relazione del collegio sindacale, che segnala “incertezze significative in tema di continuità aziendale per le forti criticità riferibili alle capacità dell'azienda di far fronte ai pagamenti alle scadenze nel breve/brevissimo termine, quanto alla sostenibilità economica della gestione ordinaria e di possibili accadimenti straordinari”.
Ma, in maniera ancora più drammatica, il collegio scrive che “Con riferimento alla liquidità aziendale già dal prossimo mese di settembre, in assenza di interventi, la società non sarà più in grado di far fronte ai pagamenti".
Sulla situazione pesano il crollo dei ricavi aziendali – –3,3% da gennaio a luglio –, il mancato versamento della terza rata da parte della Regione del finanziamento da 6 milioni di euro previsto da legge regionale ma anche la mancata attivazione della fidejussione di 7,2 milioni prevista deliberata del Consiglio regionale nel maggio dello scorso anno, l’impossibilità di utilizzare gli immobili di proprietà sociale ai fini di una eventuale retrocessione per il rimborso di rate di finanziamenti Finaosta e la mancata erogazione o consolidamento di linee di credito dalle banche.
E se dalla Giunta regionale si spiega come si stia lavorando “sul dossier per la definizione di una soluzione in linea con la regolamentazione vigente nonché nell'interesse dell'azienda e dei suoi lavoratori” ribadendo – come già in conferenza stampa – "la necessità di mantenere un clima disteso che non dia adito a speculazioni e ad ulteriori tensioni in vista della prossima assemblea dei soci del 14 settembre", i sindacati chiedono invece di essere convocati, vista la situazione, prima dell’assemblea stessa per avere risposte su una “exit strategy” per salvare la Casa da Gioco ed i suoi oltre 500 dipendenti.