Casinò: “L’unica alternativa al concordato è il fallimento”

27 Ottobre 2018

“Vista la situazione attuale di insolvenza l’unica alternativa possibile alla soluzione concordataria sarebbe il fallimento in proprio“. A mettere nero su bianco la “sentenza” non è stato un giudice ma il Cda ‘dimissionario’ del Casinò de la Vallée spa nella relazione consegnata il 24 ottobre scorso alla Regione.

Oltre 10 milioni di euro di debiti

Una relazione che non lascia troppo spazio all’interpretazione, andando a evidenziare in maniera netta le problematiche della Casa da Gioco. In primis, i debiti:  4,4 milioni di euro nei confronti dei fornitori (al 15 ottobre), 100.000 euro per consulenti, 536.000 euro per Imu e Tasi, 3,9 milioni di euro per ritenute Irpef, 880.000 euro di Iva non versata, 335.000 euro di contributi Inps.

Pare quindi ovvio che “la società non ha alcuna possibilità di accedere a nuovi finanziamenti bancari perchè è giudicata in crisi già da tempo”, come dimostrano la riduzione delle linee di credito nel 2018  – da parte di Intesa, Unicredit, banca Passadore – e il mancato pagamento di due rate dei mutui Finaosta per quasi un milione di euro. “Risulta molto improbabile – scrive il Cda – che, in questa situazione, la società sia in grado di provvedere, il 23 dicembre 2019, al rimborso in un’unica soluzione della quota capitale del mutuo Finaosta da 20 milioni”.

“Incomprensibile come raggiungere l’equilibrio finanziario senza licenziamenti” 

Un altro punto fondamentale toccato dalla relazione del Cda riguarda il costo del lavoro. In particolare, viene sottolineato come i due piani avviati per la riduzione del personale siano stati abbandonati: il primo nel maggio 2017, senza procedere a licenziamenti, il secondo (tutt’ora in corso) per mancanza di liquidità. In merito al secondo, il Cda evidenza come ad oggi gli “esodati Fornero” siano stati 51 contro i 90 previsti dal piano originario. “E’ abbastanza incomprensibile come in poco tempo – conclude il Cda –  sia stato ritenuto perseguibile ottenere il raggiungimento dell’equilibrio economico e finanziario della società con l’esodo di 90 dipendenti invece di 250 pur in presenza di una palese e costante contrazione dei ricavi”.

 

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