Casinò, i sindacati invitano il consiglio Valle ad “agire con la giusta responsabilità”

28 Giugno 2019

Poco più di dieci giorni all’Assemblea dei creditori della casa da gioco di Saint-Vincent, che dovrà esprimersi sul piano concordatario. In attesa del 9 luglio, la casa da gioco di Saint-Vincent sarà di nuovo al centro dell’agenda politica. Martedì 2 luglio all’attenzione del Consiglio regionale arriva il disegno di legge che trasforma il credito di 48 milioni di euro di Finaosta in apporto di capitale, tramite la sottoscrizione di uno Strumento Finanziario Partecipativo (SFP).

Se è vero, come ricorda ancora oggi il Presidente Fosson, che era stato il Commissario giudiziale a chiedere alla Regione di pronunciarsi sulla sorte dei 48 milioni di euro, è altrettanto vero che lo stesso Commissario aveva auspicato l’approvazione del bilancio 2018 della casa da gioco. Al momento, però, il documento contabile sembra non essere fra i punti all’ordine del giorno della prossima assemblea dei soci, convocata per l’8 luglio. 

“Ci sarà un’assemblea prima di quella dei creditori” si limita a dire Fosson, a margine della conferenza stampa di Giunta sottolineando come “siamo tutti molto tesi per l’Assemblea del 9 luglio. E poi l’attenzione è tutta per questa legge che portiamo in Consiglio regionale”.

A intervenire sul Dl dei 48 milioni di euro sono oggi anche i sindacati, a seguito dell’incontro con il Presidente della Regione. Prendendo atto di come “le azioni che la proprietà vorrebbe realizzare attraverso il D.L.31/2019 hanno come obiettivo di dare le necessarie risposte ai dubbi sollevati dal commissario giudiziale con il quale vi è stata una condivisione del percorso”, Cgil, Cisl, Savt, Snalc, Ugl e Uil invitano il Consiglio regionale “ad agire con la giusta responsabilità, evitando di utilizzare la Casa da gioco di Saint Vincent per speculazioni politiche che rischiano di fare passare ancora una volta un messaggio sbagliato tra i valdostani  nei confronti dell’azienda e dei lavoratori che vi operano.”

I sindacati ricordano, infine, i tagli operati al costo del lavoro – da 60 si è passati a 30 milioni – e gli introiti in crescita, “fattore che, associato appunto alla forte riduzione dei costi, permette all’azienda di guardare al futuro con maggiore fiducia”.

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