Coldiretti lancia l’allarme: l’etichetta a semaforo mette a rischio l’export di Fontina

17 Febbraio 2020

“Le etichette nutrizionali che rischiano di affermarsi nell’Unione Europea sotto la spinta delle multinazionali bocciano ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare”.

È quanto afferma la Coldiretti Valle d’Aosta che spiega come l’etichetta “Nutri-score” francese e quella a semaforo inglese, che si stanno diffondendo in diversi Paesi in modalità simili, penalizzino la dieta mediterranea e le grandi produzioni di qualità Dop e Igp italiane.

“Si tratta infatti – precisa Alessio Nicoletta, Presidente di Coldiretti Vda – di sistemi fuorviantidiscriminatori ed incompleti che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.

Una minaccia concreta, dal momento che si rischia di promuovere bevande gassate con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate. “Anche la nostra fontina con un export di oltre 50mile forme all’annopiù del 10% della produzione complessiva ed un 50% delle esportazioni che va negli Stati Uniti rischia la bocciatura” sottolinea Elio Gasco, direttore di Coldiretti Valle d’Aosta.

Coldiretti chiede quindi un cambio di direzione: “È inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità anche perché – concludono il presidente ed il direttore – l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera. L’etichetta a semaforo attribuisce solo ed esclusivamente presunti ‘patentini di salubrità’ ad un alimento e soprattutto esclude i prodotti a marchio IGP e DOP per le specifiche caratteristiche di eccellenza”.

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