Concessioni idroelettriche, l’Ue bacchetta la Valle d’Aosta per due proroghe
Arriverà martedì prossimo il varo da parte della Commissione speciale di Cva sulla relazione finale. Sul documento non troverà spazio un parere, peraltro non unanime, sul futuro della partecipata regionale. Sarà il Consiglio regionale a decidere se Cva verrà quotata o meno, nella seduta del 17 e 18 aprile.
La relazione – al momento solo una bozza – ricostruisce la audizioni avute e delinea gli scenari emersi nel corso di queste: la quotazione in Borsa di una parte delle azioni, la legge di attuazione dello Statuto regionale al fine di esentare Cva dall’applicazione della Legge Madia, il mantenimento dello Status attuale e ancora la cessione delle azioni ad un altro operatore privato (ricordando le manifestazioni di interesse di Iren e Swiss Power).
A complicare il quadro della decisione che dovrà prendere il Consiglio Valle, arriva da Roma la notizia di un nuovo richiamo da parte dell’Unione europea sulle concessioni idroelettriche. La Commissione ha trasmesso un atto di costituzione in mora all’Italia contestando alcune proroghe automatiche. La Valle d’Aosta è in particolare nel mirino di Bruxelles per due “proroghe tecniche” fino al 31 dicembre 2022 per concessioni scadute il 31 dicembre 2017, di cui una interessa la partecipata regionale (Champagne 2 a Villeneuve).
L’accusa è che le autorità italiane non abbiano organizzato procedure di selezione trasparenti e imparziali “concedendo inoltre un vantaggio ai titolari delle concessioni in corso, perché permettono loro di continuare ad avvalersi delle concessioni senza dover partecipare a una procedura di selezione indetta a tempo debito”.