Confcommercio chiede la proroga degli ammortizzatori Covid
Dopo l’Associazione degli albergatori, ad accendere i fari sulla crisi che si riaffaccia sui nostri territorio è Confcommmercio- Fipe VdA.
L’Associazione rilancio la richiesta di Fipe nazionale al governo di prorogare almeno la Cig Covid.
“Dal primo gennaio è scaduto il divieto di licenziamento – commenta Graziano Dominidiato Presidente Confcommercio Fipe VdA – ma se non si riescono a tenere le aziende in piedi si è costretti a licenziare nuovamente il personale”.
“Nei centri storici e nelle nostre rinomate località sciistiche mancano i turisti ed il ritorno dello smart working è sempre più impattante e problematico – ribadisce Dominidiato. – A questo vanno aggiunte anche le chiusure temporanee a causa Covid o quarantene”.
Se non arriverà una proroga degli ammortizzatori Covid, secondo Fipe Nazionale il rischio è di perdere altri 50mila posti di lavoro solo nel settore dei pubblici esercizi nel nostro paese.
La richiesta di ulteriori 13 settimane di cassa Covid, riguarda soprattutto quelle attività che più di altre stanno subendo le conseguenze delle limitazioni e dall’incertezza creata dal risalire della curva dei contagi. In particolare ne risentono i pubblici esercizi a causa della mancanza di turismo internazionale, le attività di catering e banqueting, legate a cerimonie ed eventi, la ristorazione collettiva, penalizzata anche dal massiccio ricorso allo smart working, e quella commerciale, svolta soprattutto lungo gli accessi turistici del Paese: stazioni ferroviarie, aree di servizio autostradali.
A queste fattispecie si aggiunge “la drammatica situazione” delle discoteche e dei locali di intrattenimento ad oggi nuovamente chiuse, e le difficoltà delle sale gioco pesantemente colpite dalle misure di restrizioni.
“Confcommercio Fipe VdA – conclude il Presidente Dominidiato – chiede a gran voce di applicare tale urgenti misure al fine di evitare drastiche riduzioni di posti di lavoro. È indispensabile, preservare le competenze professionali del settore per consentire la ripresa delle attività in sicurezza quando questa fase critica sarà superata. In un momento di così grande incertezza e di emergenza per le aziende e precariato lavorativo sarebbe estremamente importante studiare forme contrattuali e di assunzioni più flessibili”.