Coronavirus: “Lo stop alle 18 degli agriturismi equivale alla chiusura delle attività”

29 Ottobre 2020

“Pur consci che la salute delle persone sia fondamentale e che vada salvaguardata, siamo molto preoccupati per le conseguenze che il nuovo Dpcm avrà sulle nostre strutture agrituristiche. Lo stop alle 18 equivale, in pratica, alla chiusura delle attività, che non potranno sostenere i costi di apertura con i soli proventi del pranzo”.

A dirlo è Gianni Champion, responsabile Cia Agricoltori delle Alpi per la Valle d’Aosta.

“Gli introiti nei giorni feriali hanno, infatti, un’incidenza molto ridotta rispetto a quelli determinati dalla fascia oraria che va dalle 18 alle 21 – aggiunge Champion -. La misura del Governo non tiene, inoltre, in nessun conto delle garanzie di distanziamento sociale offerte dagli spazi in piena campagna e metterà definitivamente in crisi un settore che era faticosamente in ripresa dopo mesi di lockdown, con un danno a livello nazionale fin qui stimato da Cia-Agricoltori Italiani in 600 milioni”.

Non solo: “Se a queste ingenti perdite di quote di mercato si aggiungeranno i prevedibili effetti delle nuove misure restrittive, assisteremo, dunque, a un’ecatombe di fallimenti con ricadute disastrose per i 100mila addetti del settore – spiega sempre il responsabile Cia -. Il nuovo Dpcm avrà anche un impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale di ristoranti, bar, mense, hotel, che pagheranno un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell’agroalimentare ‘fuori casa’, in un Paese in cui circa un terzo dei consumi viene realizzato lontano dalle mura domestiche”.

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