Covid, i maestri di sci: “Dal marzo 2020 non abbiamo ricevuto neanche un euro”

17 Marzo 2021

“Passano i giorni, scorrono le settimane si susseguono promesse e rassicurazioni ma di risposte concrete a sostegno dei Professionisti della neve ancora non ce ne sono”. Gli oltre 15.000 professionisti della neve e relative famiglie, che dal marzo 2020  non hanno ancora ricevuto 1 euro di ristoro, tornano a fare sentire la propria voce.

Lo scorso 14 febbraio erano pronti a ripartire, “attrezzati e organizzati con massimo rigore pronti ad attenersi scrupolosamente ai Protocolli e Vademecum previsti”, ma il governo la sera prima ha deciso per “l’ennesimo rinvio della partenza della stagione che, seppure ridotta al minimo, poteva ancora dare una boccata d’ossigeno al comparto”. 

Archiviata la stagione invernale 2020/2021, “la più drammatica da quando lo sci moderno esiste” i maestri di sci sono stanchi di attendere risposte e ricordano di aver al momento “solamente sostenuto spese, per l’acquisto delle attrezzature personali, per mantenere ed attrezzare le strutture con tutti i dispositivi per garantire la massima sicurezza al momento della ripartenza, mai avvenuta, pagando gli affitti, le utenze, sostenendo le spese dei dipendenti assunti a più riprese, e continuando a pagare le varie tasse e contributi”.

Per loro la possibilità di ricominciare a lavorare, se tutto va bene, è fissata a dicembre 2021.

“In questa situazione drammatica, come Professionisti della neve riconosciuti tali dalla legge 81/1991, chiediamo di ricevere giusti e concreti sostegni ed essere considerati, come lo siamo, primari attori del sistema Montagna al pari degli impianti di risalita e dei rifugi.  – dichiarano iPresidenti Maurizio Bonelli (AMSI) e Giusepe Cuc (Col.Naz.) –  Infatti, i Maestri di sci sono un anello fondamentale dell’offerta turistica della montagna ed hanno un importante ruolo nell’organizzazione locale promovendo la pratica turistica dello sci. Inoltre, le Scuole di sci, costituite prevalentemente – ma non solo – come Associazioni tra Professionisti (A.T.P.), si impegnano a prestare la propria opera nelle operazioni straordinarie di soccorso, a collaborare con le autorità scolastiche per favorire la più ampia diffusione della pratica dello sci nella Scuola”.

La richiesta è quindi di essere “considerati a pieno titolo come una componente fondamentale del comparto montagna e come tali devono essere sostenuti/risarciti in questo drammatico momento per tutto il comparto”.

Non  riconoscere il giusto ruolo ai Maestri di sci, “significherebbe un ennesimo umiliante schiaffo a tutta la categoria dopo la presa in giro perpetrata la sera del 14 febbraio che oltre a lasciare migliaia di famiglie in condizioni precarie scoraggerebbe centinaia di giovani che si sono avvicinati a questa professione, vedendo in essa una concreta opportunità di sviluppo professionale.”

Exit mobile version