Covid, le dieci proposte di Confindustria. “Agganciare la ripresa è la vera sfida”

23 Novembre 2020

Via l’Irap per il 2021, riconfermare gli aiuti già previsti, incrementando però le percentuali di contributo ed estendendole anche alle aziende oggi escluse, e ancora introdurre dei contributi per gli affitti e avviare un piano di opere pubbliche. Sono alcune delle richieste che Confindustria Valle d’Aosta ha portato questa mattina sul tavolo della II Commissione consiliare, dove sono in corso le audizioni in vista del passaggio in Consiglio Valle delle leggi di bilancio.

Le aziende associate a Confindustria Valle d’Aosta, ha ribadito il Presidente Giancarlo Giachino,  contribuiscono per 743 milioni di euro al Valore aggiunto regionale su un totale di 1,4 miliardi di euro, quindi rappresentano oltre il 50 % del Valore Aggiunto totale. Confindustria Valle d’Aosta rappresenta inoltre un terzo dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato in tutta la Regione.

“Consideriamo il momento attuale veramente decisivo. – sottolinea Confindustria Valle d’Aosta nel documento “Le 10 proposte di Confindustria per la ripartenza” consegnato questa mattina ai commissari –  Agganciare la ripresa che si prospetta a partire dalla seconda metà del 2021 non è un semplice auspicio o una scontata proposta ma rappresenta per il nostro sistema produttivo una vera e propria sfida cui non possiamo sottrarci”.

L’Associazione propone, quindi: il mantenimento dei livelli occupazionali,  sia i contratti stagionali che i contratti a tempo indeterminato; incentivi per nuove assunzioni; un anno bianco per le tasse regionali ed in particolare per l’Irap; la proroga di tutte quelle misure atte a garantire una maggiore liquidità del sistema produttivo con il coinvolgimento della Finaosta e dei Confidi. In particolare, su questo punto, Confindustria suggerisce l’anticipo fino al 19% del pagamento degli incentivi già concessi, entro 30 giorni dalla richiesta motivata del beneficiario e senza la
presentazione di idonee garanzie.
I risparmi generatisi dalla mancata richiesta di alcune delle misure regionali Covid, secondo l’Associazione, dovranno essere utilizzati oltre che per rifinanziare le misure anche per prevedere delle percentuali di contributo maggiori fino all’80% dei costi rendicontati anche per quelle domande già presentate.
Altre proposte riguardano la revisione della legge 6/2003 prevedendo ad esempio meccanismi automatici per il sostegno degli investimenti fino a 100mila euro. “Bisognerà tenere conto delle tecnologie informatiche, con particolare riferimento al settore dell’intelligenza artificiale e dei big data.  – spiega il documento – In regione già operano realtà italiane e internazionali di primo piano, alle quali si stanno aggiungendo centri di ricerca come l’Osservatorio astronomico e il nascente CMP3vda (progetto genomi), che lavorano su questo tipo di innovazione e, in futuro, potrebbero garantire un incremento di occupazione qualificata. Occupazione che, purtroppo, al momento manca in Valle d’Aosta”.

Sugli appalti e il piano di investimenti in opere pubbliche, chiesto, l’auspicio di Confindustria è che la “Regione, spinta da un rinnovato sentimento autonomista, nelle more e nelle disponibilità legali dello statuto, similmente ai cugini bolzanini, appronti nel breve periodo una nuova legge sugli appalti che sia di tutela per le aziende valdostane. L’obiettivo deve essere quello di raggiungere una regolamentazione chiara e trasparente negli appalti pubblici nel settore di competenza della Regione, migliorare l’accesso ai mercati per le piccole e medie imprese con relativo rafforzamento dei circuiti regionali”.

Infine l’Associazione torna a chiedere un piano per attrarre imprenditori, la cui costruzione e gestione venga affidato ad una cabina di regia.

“L’attrattività complessiva è il risultato di una serie di fattori  – ricorda Confindustria VdA – che vanno da misure specifiche di sovvenzione e da un quadro legislativo favorevole, superando gli oneri normativi e burocratici, a condizioni di contesto più ampie, come la sicurezza sociale, un adeguato sistema scientifico, la disponibilità di risorse umane qualificate e di un mercato del lavoro dinamico, istituzioni amichevoli e buone condizioni di vita per le persone”.

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