Energia, i rincari spaventano i commercianti. E c’è chi ipotizza sospensioni delle attività
Lasciatisi oramai alle spalle una stagione estiva discretamente soddisfacente, i commercianti delle attività aostane non nascondono i timori e le incertezze relativi all’autunno imminente e ai rincari di energia e materie prime che esso si porta dietro. Tra coloro che scelgono di tentare la sorte senza innalzare i propri prezzi e coloro che invece optano per una chiusura temporanea della propria attività volta a stabilizzare la propria situazione economica, gli esercenti del capoluogo si preparano ad affrontare i mesi a venire navigando a vista.
“Bollette in vetrina”
Affiggere nelle proprie vetrine le bollette dell’anno corrente e dell’anno passato per sensibilizzare l’opinione pubblica circa le spese relative a energia e materie prime oramai insostenibili: percorrendo le vie di Aosta è facile rendersi conto che i negozianti hanno mancato di aderire alla protesta promossa da Confcommercio Fipe VdA contro un rialzo dei costi che rischia di costringere molti ad abbassare definitivamente le proprie serrande.
“Pago mensilmente 5 mila euro di bolletta come peraltro molti dei miei colleghi e sinceramente non vedo l’utilità di rendere pubbliche tariffe delle quali persino i nostri clienti sono oramai consapevoli, un gesto che di certo non ci aiuterà a stabilizzare le nostre uscite o a ridurre l’impronta del caro vita sul nostro lavoro quotidiano – commenta Alice Mafrica, proprietaria dell’omonimo bar-pasticceria da poco lanciatasi nell’avventura dell’inaugurazione di una nuova gelateria -. Non si tratta di un problema relativo ai soli introiti ma anche di un incremento che affligge anzitutto gli ingredienti necessari alla preparazione dei prodotti che offriamo agli avventori, i cui prezzi sarebbero dovuti addirittura raddoppiare se non ci fossimo trattenuti per il bene dei nostri clienti”.
Chiusure temporanee
Tra gli esercenti aostani c’è anche chi, nonostante il boom di presenze registrato durante le prime tre settimane di agosto ma già in calo durante quest’ultima settimana, ha riscontrato una certa diminuzione del flusso di acquirenti provocato dalla tendenza turistica diffusa di rifugiarsi nelle vallate di montagna a causa delle temperature elevate del centro città.
“Poiché le bollette di elettricità e gas risultano come minimo raddoppiate, assieme al mio socio e al nostro dipendente dovremo a breve soffermarci a riflettere valutando sulla base del rapporto tra costi e benefici quanto effettivamente ci convenga mantenere una apertura spalmata su sette giorni – spiega Stefano Di Marco del pastificio “Punto Pasta” -. Dato che la gestione precedente aveva già provvisto ad aumentare a sufficienza il proprio tariffario e consci della possibilità concreta di perdita della clientela locale e affezionata generata dalla concorrenza industriale, abbiamo deciso di comune accordo di limitarci, al fine di far fronte a tale situazione, a ipotizzare una sospensione del nostro servizio lunga qualche settimana per tentare di ridurre l’impatto dei rincari”.
Una situazione incerta
Diversificati per tipologia di servizio e ubicazione e dimensione dei propri negozi, i commercianti valdostani concordano sul disappunto e sull’instabilità derivanti da una situazione costantemente precaria e pronta a precipitare da un momento all’altro.
“Durante l’estate il lavoro è stato costante tanto da permetterci di tornare ai livelli professionali antecedenti la pandemia – racconta Antonio Tripodi, marito della parrucchiera ed estetista Josephine di Just For Woman -. Da un semestre a questa parte, il prezzo relativo all’energia è triplicato, senza contare l’incremento del 40% delle nostre spese condominiali, che ci hanno costretti nei mesi passati ad applicare ma senza esagerare qualche piccolo ritocco ad alcune prestazioni offerte”.
La necessità di aiuti
La speranza di molti negozianti e ristoratori del capoluogo è riposta nello Stato e nella Regione, ai quali essi domandano fondi e risorse atti a coprire almeno in parte i gap economici originati anche dalle pesanti riduzioni negli acquirenti vittime loro malgrado dei medesimi rincari delle attività che esse abitualmente frequentano.
“Prevediamo almeno un raddoppio di gas ed energia che ci obbligherà ad agire sul nostro tariffario ridimensionandolo non tanto per implementare i nostri introiti quanto piuttosto per mantenere in precario equilibrio il rapporto tra le entrate e le uscite – conclude Alessandro De Antoni de “L’osteria”, tuttora alla ricerca di personale autunnale e per nulla intenzionato ad adottare misure drastiche quali licenziamenti o riduzioni di stipendi -. Nonostante piccole accortezze quali la transizione energetica verso luci a led e macchinari a basso consumo, il nostro ristorante risente di spese energetiche fisse per l’alimentazione estiva dei climatizzatori e quella invernale del riscaldamento nonché per il corretto e costante funzionamento di frighi ed elettrodomestici, ciò che ci porta ad auspicare, oltre agli aiuti pubblici, anche nell’accrescimento del flusso turistico invernale rispetto ai due anni passati di pandemia e restrizioni”.