Farinetti a Maison&Loisir: “Siamo il Paese più bello al mondo, il futuro è imparare a raccontarci”
L'Italia è poesia, è cultura, ma è anche qualcosa di più concreto. Non solo poeti, santi e navigatori, insomma perché qualcosa ancora manca in un Paese con numeri – potenziali – da capogiro, ed una narrazione delle proprie eccellenze, di converso, a dir poco 'zoppicante'.
A raccontarlo con passione, questo pomeriggio a Maison&Loisir – il Salone dell'abitare inaugurato oggi, 21 aprile, all'Espace Aosta – è stato Oscar Farinetti, il patron di Eataly, catena diventata ormai un emblema della qualità e della cultura del cibo in tutto il mondo.
In principio fu Uni Euro, poi l'intuizione di Eataly, la prima apertura dieci anni fa, ed un percorso entusiasmante alla base del quale c'è il racconto: “Il mio pensiero – spiega – era semplice: l'Italia è il paese più bello del mondo, lo dicono i numeri, i nostri 51 patrimoni Unesco, il 70% del patrimonio artistico mondiale detenuto, la nostra biodiversità. Numeri da far mancare il fiato ma che invece di farci essere il paese più turistico del mondo ci vedono stare al sesto posto. Allora non mi restava che alzarsi dalla sedia ed andare a vendere i nostri prodotti nel resto del mondo”.
Ed i numeri di Eataly, ormai, raccontano di quanto il nostro Paese sia conosciuto ed apprezzato a livello internazionale, con le sue 37 sedi in tutto il mondo, 6mila collaboratori, 1250 cuochi e circa 600 milioni di euro di fatturato. Una sorta di 'Ambasciata italiana' all'estero, insomma.
Ma i numeri non bastano, per il futuro, serve saper parlare alla gente, sapersi raccontare, appunto: “Odiamo politici – racconta Farinetti – e li disistimiamo ma pretendiamo che ci risolvano i problemi, una cosa strana. Invece dobbiamo muoverci noi e andare a copiare ciò che funziona. È tutta la vita che copio e mi trovo da Dio, è uno dei gesti più furbi e onesti. C'è tanta gente migliore di me, ne incontro tutti i giorni, dobbiamo prendere e imparare, con umiltà, ciò che funziona bene”.
Anche qui, per Farinetti, i numeri spiegano il gioco: “Non è possibile che le Baleari facciano 55milioni di turisti e la Sicilia 5. Potrebbero copiare da Rimini, che col mare più brutto d'Europa fa 22 milioni di turisti, ma bisogna copiare tutto, anche il fatto che i romagnoli per i turisti si svegliano alle 5 del mattino. Lì hanno venduto l'ombra, con gli ombrelloni, li hanno inventati loro”.
Il futuro? Per Oscar Farinetti è roseo, l'Italia è pronta a partire per davvero: “Il turismo e l'agroalimentare hanno segno più, il futuro è lì, mettendo però in campo anche grandi capacità di accoglienza. La meraviglia dell'Italia è quella lì, con la provincia che va raccontata nel mondo e lo faremo. Siamo una nazione fortunata, altre sono in là coi numeri e per loro crescere è difficile. Sono ottimista per il futuro, ma dobbiamo imparare a raccontare quello che facciamo e smettere di essere i più bravi solo nei divieti”.