Fase 2, la rabbia del Presidente Adava: “Roma è presente, mentre Aosta è la grande assente”

14 Maggio 2020

La Regione è totalmente assente, mi sembra di essere la sonda ‘Voyager’ che vaga nello spazio trasmettendo una sinfonia di Beethoven e parla con il nulla. Il silenzio è assordante”.

È amaro lo sfogo di Filippo Gérard, il Presidente dell’Adava – l’Associazione degli albergatori ed imprese turistiche della Valle d’Aosta –, all’indomani dell’annuncio da parte del Governo Conte, del cosiddetto “decreto Rilancio”, manovra da 55 miliardi per cercare di contenere i danni della crisi che economica che, a rimorchio di quella sanitaria, sta mettendo in ginocchio imprese e famiglie.

Una parte del decreto si concentra proprio sul turismo, in primis nei confronti degli utenti, con la “tax credit”, il bonus vacanze da 500 euro per i nuclei familiari con l’Isee non superiore a 40mila euro, che sarà possibile utilizzare dal 1° luglio al 31 dicembre 2020 per pagare i servizi offerti, solo in Italia, dalle imprese turistiche/ricettive e dai bed &breakfast.

Dalla parte dei gestori il decreto – che dovrà ora passare attraverso le “Forche Caudine” del Parlamento – prevede la cancellazione della rata di giugno dell’Irap per società e imprese individuali con un fatturato fino a 250 milioni di euro, una cancellazione parziale della prima rata dell’Imu per gli alberghi e gli stabilimenti balneari, il rinvio a settembre dei versamenti dell’Iva e dei contributi per chi ha avuto cali di fatturato, la sospensione fino al 31 agosto dei pignoramenti su stipendi, salari e pensioni da parte dell’Agenzia delle entrate e l’ampliamento – cercando di semplificare le procedure – della Cassa integrazione.

Misure più o meno utili secondo Gérard, che però sintetizza la sua posizione in un modo solo: “Con tutti i limiti, con tutti gli errori che si possono fare o i provvedimenti non sempre significativi Roma è presente, mentre Aosta è la grande assente. Qui forse non si capisce che crisi stiamo attraversando. È paradossale che questo debba essere capito meglio da un palazzo a Roma, che tra mille difetti qualcosa sta combinando”.

“L’effetto placebo” del bonus vacanze

Sul bonus vacanze il Presidente Adava spiega: “Gli aiuti vanno sempre bene, intendiamoci. Penso però chi le persone che hanno quel tipo di Isee siano già purtroppo persone che non andranno in vacanza. Il problema è che si tratta sempre di un anticipo, è un credito che vanti quindi è un ‘effetto placebo’, sono 500 euro che non hanno nessun valore per le famiglie”.

Su altre misure, invece, Gérard concede: “È più importante la sospensione della rata dell’Imu perché è un aiuto concreto. Anche la proposta di ristoro a fondo perso su aprile è importante. Sarebbe stato meglio applicarla sul mese di marzo, perché ad aprile molte attività sarebbero già state chiusi, è un po’ un ‘vittoria di Pirro’ però è positivo. Bene anche la proroga della Cassa integrazione, è ottimo, va riconosciuto”.

La sensazione è quella del classico “ma” in arrivo, che infatti arriva: “Il problema rimane a livello locale”.

Una politica assente

Gérard, ormai, sull’Amministrazione regionale “vede rosso”. E non lo nasconde: “La Regione non sta dando nessun tipo di risposta. Ho già spiegato in II Commissione, agli Assessori, al Presidente, che investire sul turismo è investire sul futuro della Valle, perché se abbiamo il pericolo di chiusura per il 20/30% delle attività queste il prossimo anno non produrranno ricchezza, non creeranno un indotto, ci sarà una perdita del valore immobiliare e di quello occupazionale. Quello che trovo indecente è che abbiamo perso un’opportunità, vista la nostra Autonomia”.

L’errore regionale sugli eventi

Due giorni fa Gérard, carta e penna alla mano, scrive un duro comunicato che mette in fila gli errori dell’Amministrazione tra i quali quello che brucia maggiormente: la cancellazione tout court delle manifestazioni estive.

Il Presidente Adava torna sul punto: “La goccia che ha fatto traboccare il vaso – spiega – è la cancellazione della Mostra-concorso e della Foire d’Été. A noi si chiede di riaprire perché non abbiamo alternative. Apriremo tra due settimane buttandoci in norme sanitarie e igieniche che non sappiamo se potremo attuare e che costeranno tantissimo, con un Ente pubblico che oltre a non dare risposte non agevola e annulla le manifestazioni. Invece devono studiare come modificarle come facciamo noi, alla ricerca di soluzioni. Si deve trovare un’alternativa, non si può annullare e basta, mentre qui di contributi a fondo perso non se ne è mai parlato e non se ne sta parlando”.

Il problema delle frontiere chiuse

Problema nel problema è un altro “immobilismo” che Gérard denuncia: “Ben venga il fatto che si riaprano i confini tra le regioni – prosegue il Presidente degli albergatori –, ma vedo la Savoia ed il Vallese come altre due regioni per noi valdostani, destinazioni di immigrazione, con una storia che ci lega. Parliamo di cugini e famiglie dall’altra parte del confine, e manca completamente un aspetto strategico. Anche qui la Regione non capisce che è un problema culturale. E non ci sono solo le famiglie o gli albergatori, c’è il settore delle costruzioni, ci sono gli immobiliari. Invece ‘è solo il silenzio”.

Assordante.

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