Fase 2, le preoccupazioni dei cuochi valdostani

15 Maggio 2020

Da lunedì si potrà tornare a mangiare in bar e ristoranti. In aggiunta alle precise indicazioni in materia di disposizioni sanitarie, l’Unione Cuochi Regionale  sottolinea che ci sono diversi fattori che preoccupano la categoria che, in Valle d’Aosta, conta circa 300 associati, molti dei quali sono anche imprenditori.

Emergono, dunque, preoccupazioni legate agli aspetti penali sulla gestione corretta del personale al rientro al lavoro e sulla gestione corretta del cliente, ma anche sull’occupazione di lavoratori stagionali e sulle speculazioni, motivo per cui l’Unione Cuochi Regionale si propone di “fornire una mano e portare avanti questo approccio risolutivo il più possibile semplice e concreto. Siamo e saremo sempre disponibili per azioni di valorizzazione dei prodotti tipici e sicuramente siamo a conoscenza che la regione saprà affrontare in modo concreto queste problematiche”, si legge in una nota.

Lavoratori stagionali: non avranno probabilmente assunzione oppure si sono trovati con una stagione invernale conclusa in anticipo e la stagione estiva che in alcune zone partirà in ritardo. Come ben noto nei mesi del periodo estivo esso registrava un aumento del 40% delle unità e quest’anno, a causa delle perdite già maturate, probabilmente non si avrà.

Imprenditori e Datori di lavoro: mettiamoli in condizione di avere delle regole chiare ed esaustive per evitare possibili sanzioni amministrative e/o penali che potrebbero ulteriormente danneggiare economicamente la loro azienda.

Banchettistica: ed eventi, ricorrenze private e iniziative di ogni genere sono state cancellate con un crollo radicale dell’80% del fatturato di imprese ristorative e catering per i prossimi mesi. Che prospettive ci saranno? Come faranno queste imprese a rimaner in vita?

Le piccole realtà della regione: sono spesso messaggero di territorio, perché valorizzano le eccellenze valdostane, ma essendo cosi piccole faranno fatica ad adeguarsi in termini di coperti e clientela per garantire una convenienza economica anche nella riapertura.

Lavorare sulla ripartenza: molti associati lavorano su come riavviare l’attività, eventualmente anche con quelle forme di asporto e delivery, che andranno però ben valutate, affinché possano risultare convenienti e non dispendiosi.

Evitare speculazioni: vorremmo evitare che i nostri associati, dopo due mesi di annullamento del fatturato dovessero metter mano al portafoglio per adeguamenti di cui attualmente non esistono ancora delle linee guida chiare e responsabili (dispositivi DPI, corsi di formazione a pagamento, adeguamento del Documento di Valutazione dei Rischi, ecc.)

Non reinventiamoci, ma siamo più sensibili: chi lavora in cucina è già attento alle procedure, quindi basterebbero delle linee guida semplici che mirino sull’attenzione su alcune modalità di lavoro che richiedono un minimo di scrupolo maggiore. Chi è professionista lavora in una cucina che spesso sembra un laboratorio di analisi in termini di pulizia e di sanificazione.

Lavorare con trasparenza: coinvolgere e comunicare al cliente, far capire che il cuoco è sempre stato attento all’igiene. La mascherina serve per un distanziamento inferiore al metro in cucina, pur essendo sicuramente scomoda perché i nostri volontari che operano sul campo la utilizzano, e comunque lavorare in cucina, con un cuoci pasta, con una friggitrice, con un forno a vapore, risulta alquanto scomodo. Se serve è nostra responsabilità averla.

Lavorare nella tipicità del territorio: utilizzando anche il protocollo di intesa in atto con l’Assessorato al Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni Culturali. E’ nostro intento costruire un piccolo corso di formazione, in pillole, per far si che i nostri professionisti sappiano bene cosa sia un prodotto agroalimentare, cosa sia una DOP, un PAT ed abbiano ben chiaro il concetto di qualità dei prodotti alimentari. Sono sicuramente delle banalità che a volte ci fanno sorridere, però dobbiamo esser consapevoli di essere i primi messaggeri di questi concetti e per farlo dobbiamo esser sicuri di comunicare con i clienti/consumatori in modo chiaro ed esaustivo.

 

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