Fondi Ue: la Valle d’Aosta, unica regione in Italia, perde 3 mln
Lo scenario che a settembre scorso era molto probabile ora è diventato una certezza: al 31 dicembre 2018 la Valle d’Aosta non è riuscita a spendere e, di conseguenza a certificare all’Ue, gli 8.135.000 sul Fondo sociale europeo previsti nell’obiettivo fissato. Mancano all’appello 1,4 milioni di euro di soli fondi europei che salgono a quasi 3 milioni se si conta anche il cofinanziamento statale e regionale.
La conseguenza, sicuramente triste, è inevitabile: la Valle d’Aosta perderà 2,7 milioni di euro per la formazione professionale e il lavoro a causa del disimpegno delle risorse che avviene in questi situazioni.
Si tratta di una sonora bocciatura in base al meccanismo, complicato ma comprensibile, per cui l’Ue fissa un obiettivo di spesa, un numero di azioni e di risultati da raggiungere entro un certo tempo. Alle regioni, come la Valle d’Aosta, che non ci riescono l’Unione europea di fatto abbassa l’obiettivo sottraendo le risorse.
I motivi alla base sono tanti (ne abbiamo scritto ampiamente qui) e hanno radici antiche: una programmazione delle azioni da fare non eccelsa, l’instabilità politica che ha caratterizzato la Valle d’Aosta con il conseguente eccessivo turn over dei dirigenti, il sistema informatico Sispreg2014 per anni non funzionante e ancora carenze professionali, sovrapposizioni di misure, una generale disorganizzazione.
La situazione è ancora più mortificante se raffrontata con il resto d’Italia: la Valle d’Aosta è l’unica regione in Italia a mancare l’obiettivo e le regioni meridionali come Sicilia, Campania, Calabria, Puglia e Basilicata per anni dipinte come incapaci a spendere, fanno meglio e con uno sprint a fine anno portano a casa il risultato.
Di fatto dei 51 Programmi Operativi in campo, solo 3 non hanno raggiunto gli obiettivi di spesa: oltre al Piano Operativo Regionale (POR) della Valle, rimangono indietro il PON Ricerca e Innovazione cofinanziato dal FESR – per un importo di 45 milioni di euro- che ha presentato richiesta di eccezione al disimpegno per la presenza di ricorsi giudiziari e il PON Inclusione, cofinanziato dal FSE, che non ha certificato spese sufficienti (e chiederà l’eccezione al disimpegno per cause di forza maggiore) per un importo di 24,6 milioni di euro.