Fornovallée passa di mano, è stata acquistata dalla Falcon Valley
Fornovallée srl, azienda costituita nel 2007 e attiva nella produzione alimentare nel comparto dei prodotti da forno e semilavorati per pizza surgelati destinati a catering e alla grande distribuzione, cambia proprietario e viene acquisita dalla società Falcon Valley, che opera nello stesso settore e, in particolare, nella produzione della pinsa romana per il mercato statunitense e britannico.
La società, con sede a Malta, dopo aver visitato diversi siti in Italia ha individuato nello stabilimento di Verrès la migliore opzione per la produzione e con la costituzione in Valle d’Aosta di nuova società, denominata Valpinsa, ha presentato un’offerta per acquistare Fornovallée srl.
Offerta andata a buon fine, dal momento che non si sono presentati altri soggetti interessati a prendere il controllo dell’azienda, con l’impegno – da parte di Falcon Valley – di mantenere i lavoratori al momento in forza a Valforno.
L’acquisizione – spiega una nota – arriva in seguito ai problemi riscontrati dall’azienda di Verrès durante il periodo di inattività dovuto all’emergenza sanitaria e nel post pandemia, e a causa dell’aumento dei costi dell’energia che hanno portato Fornovallée a ridurre sensibilmente i fatturati e cercare così una soluzione di continuità per evitare la chiusura e la perdita di lavoro dei venti dipendenti dello stabilimento ex-Lavazza.
Acquistata nel 2017 da un gruppo guidato dall’amministratore Giovanni Giorgi della società Tegoleria Artigianale Valdostana, Fornovallée annoverava tra i suoi clienti gruppi multinazionali come la società Autogrill Spa e il colosso belga Vandermoortele. Per ottenere le certificazioni per gli standard BRC e IFS, Fornovallée lasciava quindi la storica sede di Issogne per trasferirsi a Verrès, nello stabilimento lasciato libero dalla Lavazza Spa.
“L’ingente investimento per l’ammodernamento degli impianti, il trasloco da Issogne a Verrès, l’aumento dei costi fissi vista la sede più grande, uniti alla crisi del settore dovuta alla pandemia e ai successivi aumenti dei costi energetici (da circa diecimila euro mensili a sessantacinquemila euro, nell’agosto 2022) hanno portato ad ingenti perdite nel triennio successivo”, si legge ancora.
Nel dicembre 2022 la direzione di Fornovallée, nel tentativo di risanare l’azienda e nella speranza di salvaguardare i posti di lavoro, ha affidato all’avvocata Manuela Massai, in qualità di advisor legale, e al dottoer Jean-Claude Favre in qualità di attestatore, l’incarico di valutare uno strumento di risoluzione delle crisi di impresa.
La domanda di concordato preventivo è stata quindi formalizzata al Tribunale di Aosta nel novembre 2023, con la nomina a commissario giudiziale del dottor Filippo Canale e a giudice delegato del dottor Marco Tornatore che ha autorizzato la vendita dell’azienda ante omologa.
Il passaggio di consegne tra Fornovallée e Valpinsa è avvenuto a inizio marzo 2023, mentre ora proseguirà l’iter del concordato per ottenere il voto dei creditori e l’omologa per la distribuzione delle somme incassate in esito alla vendita.
L’amministratore delegato di Fornovallée, Giovanni Giorgi – spiega la nota – “si dice dispiaciuto per l’esito del progetto nel quale credeva, ma è comunque soddisfatto per aver salvato l’azienda con le relative maestranze e dato nuova linfa al progetto iniziale” auspicando ora “nel voto positivo del concordato per la soddisfazione seppur in percentuale dei creditori” sentendosi “con la coscienza a posto per aver fatto tutto il possibile per salvare i posti di lavoro e l’Azienda”, tornando ora ad occuparsi della Tegoleria e della famiglia.
L’Amministratore delegato di Valpinsa, Pier Luigi Muffato, ha invece dichiarato che tra i loro obiettivi c’è “il rilancio dell’azienda e l’ampliamento delle linee produttive. L’acquisto di una linea aggiuntiva da affiancare a quella già esistente è già in programma per il 2024 mentre, a completamento dell’impianto, sono previste, entro fine 2026, altre due linee automatizzate di produzione e la farcitura del loro prodotto, per implementare la capacità produttiva a circa 9000 pinse all’ora, oltre all’assunzione di almeno altre 20 unità lavorative da affiancare all’attuale forza lavoro”.