Fse, tanti proclami ma pochi fatti: la Vda pronta a dire addio a quasi 3 mln di euro
Da anni, ovvero da quando le casse pubbliche hanno iniziato a svuotarsi, i Fondi europei sono stati venduti dai politici come la panacea di molti mali. Prova ne sono i programmi elettorali delle ultime regionali, tutti pressoché infarciti di buoni propositi, presentati sotto forma di slogan, per valorizzare l’uso dei soldi che arrivano dall’Europa.
Proprio la politica si trova però ora sul banco degli imputati per il sempre più probabile disimpegno di risorse a cui va incontro il Programma Operativo Fse 2014-2020. Si tratta di
2,7 milioni di euro di fondi europei che la Valle d’Aosta rischia di perdere per sempre se, come sembra, non riuscirà entro il 31 dicembre 2018 a raggiungere l’obiettivo di spesa certificata di 8.135.000 euro.
Ma come si è arrivati a questa situazione? I problemi sono complessi e di lungo corso, ma le risposte sono state messe, nero su bianco, nella relazione annuale di attuazione del Programma. Un documento ufficiale che è stato approvato durante l’estate dal Comitato di sorveglianza del Fondo sociale europeo.
Nessuna visione strategica sull’uso dei fondi
“Il ritardo sull’attuazione del Programma operativo regionale (POR) – si legge nella relazione – è stato causato da fatti che si sono verificati nella fase iniziale della programmazione e da altri che si sono riscontrati nel corso dell’attuazione degli interventi, in ogni caso, tutti riconducibili ad una non chiara visione strategicadell’opportunità offerta alla Regione nella disponibilità di importanti risorse finanziarie per lo sviluppo delle proprie politiche della formazione e del lavoro, in un contesto politico ed amministrativo che peraltro già evidenziava la progressiva riduzione delle risorse finanziarie proprie per effetto delle misure restrittive imposte dallo Stato”.
Il che significa che i proclami dei governi che si sono alternati in questi anni sono rimasti solo sui programmi elettorali: i fondi europei non sono stati considerati una concreta opportunità di sviluppo, non si è investito in risorse umane capaci di gestirli e di portare avanti le diverse misure.
Programmazione debole, eccessivo turn over
Il programma operativo 2014-2020 è debole ed è frammentato in tanti piccoli interventi, di dubbia efficacia, invece di concentrare le risorse sui grandi problemi della Valle d’Aosta. Nella relazione annuale si legge, quindi, che la programmazione Fse “non ha retto né ai ritardi nell’avvio del sistema di gestione e di controllo degli interventi né all’evidente discontinuità nella governance politica e amministrativadel Programma stesso”.
In effetti negli ultimi cinque anni si sono succeduti: quattro Assessori, cinque Autorità di gestione, quattro dirigenti apicali di primo livello e tre dirigenti della struttura competente in materia di politiche del lavoro. Anche sul fronte del personale si è registrato un elevato turn over. Un mix disastroso che ha generato gravi ritardi se pensiamo che i primi bandi per la presentazione di progetti sono avvenuti solamente a fine 2015. A questo proposito però va dato atto all’attuale governo di aver messo mano al problema gestionale nell’ultima riorganizzazione delle strutture dirigenziali della Regione.
Sispereg2014, il sistema informatico che per anni non funziona
I ritardi si spiegano anche per il mancato funzionamento, per diverso tempo, del sistema informatico per dialogare con la Commissione europea. La Valle d’Aosta, infatti, ha scelto di commissionare a Inva, (oltre 500mila euro la spesa) la realizzazione di un unico sistema informatico per tutti i programmi valdostani. La partecipata regionale però ha consegnato Sispreg2014 “solo nella primavera” scorsa “con un ulteriore ritardo di quattro mesi rispetto all’ultimo cronoprogramma trasmesso nel novembre 2017”. Il sistema, inoltre, seppur migliorato, non sembra ancora pienamente funzionante. Un problema noto alle strutture regionali che sembrerebbe aver destato anche l’interesse della Corte dei Conti.
Un lungo elenco di carenze e mancanze
Il cahiers de doléances contenuto nella relazione, pubblicata un po’ in sordina sul sito della Regione Valle d’Aosta, è ancora lungo. Si va da “carenze professionali”, ad una sovrapposizione di misure con altri provvedimenti regionali che ne hanno di fatto impedito l’attuazione. Non in ultimo il flop alternanza scuola e lavoro con l’evidente difficoltà delle Istituzioni scolastiche a gestire internamente i complessi obblighi amministrativi, contabili e procedurali dei progetti Ue”. Tanto è vero che, si legge nella relazione, “le scuole hanno richiesto e ottenuto il finanziamento di queste misure con risorse regionali a discapito delle performance” del programma. Errori, mancanze o inerzie che, con molta probabilità, costeranno alla Valle d’Aosta 2,7 milioni di euro.