Green pass, il disagio di ristoranti e bar: “Ora facciamo anche i carabinieri”
Con la pubblicazione del nuovo Dpcm, nel bel mezzo della stagione estiva, che entrerà in vigore a partire dal 6 agosto, molti titolari di bar e ristoranti si ritrovano a doversi nuovamente aggiornare e riorganizzare per tenere aperta la loro attività. Come sottolinea Anaïs Melotto, del bar Quot café di Piazza Chanoux , “siamo state le categorie più penalizzate abbiamo chiuso, riaperto ci siamo dovuti adeguare, e adesso anche questa cosa… è anche un costo in più e un grosso problema a livello di organizzazione”.
Per rispettare le nuove norme, i singoli esercenti dovranno farsi carico di controllare che i clienti siano provvisti di Green pass (di un tampone negativo nelle 48 ore precedenti, di una dose di vaccino o dopo esser guariti dal Covid nei sei mesi precedenti) per poter accedere al locale. Sarà invece possibile usufruire dei servizi di bar e ristoranti nei dehors anche senza il certificato vaccinale.
Per molti ristoranti e bar questo decreto ha generato paura e confusione, come afferma Alessandro De Antoni, uno dei titolari de l’Osteria nel centro di Aosta: “Il primo impatto è spavento, anche perché abbiamo già perso la stagione invernale e abbiamo iniziato a lavorare un po’ di più da due settimane, ma io mi aspetto meno gente a partire dal 6 agosto”.
È anche la poca chiarezza del decreto a preoccupare gli esercenti, come racconta Alberto Ammendolia, proprietario del bar Verger, “Ormai aspettiamo sempre l’ultimo giorno per capire cosa dobbiamo fare, io non investo più tempo e energie nell’aggiornarmi in continuazione. Noi rispettiamo tutte le regole che vanno rispettate (distanziamento, igiene, pulizia, mascherine) e poi se ci sarà il green pass, faremo anche quello.”
Un altro elemento di grande confusione e rabbia è proprio l’aggiunta di un ulteriore obbligo di controllo del cliente per i locali: “Io spero che cerchino di capire che è un peso per noi, come non è stato semplice far mantenere le distanze, far mettere le mascherine… Comunque è più di un anno e mezzo che noi, oltre a fare i camerieri e i baristi, facciamo anche i carabinieri. Avevamo un sacco di regole da far rispettare e il nostro lavoro non è questo”, afferma ancora Melotto.
Infine l’ultimo dubbio che attanaglia la categoria è quello dell’obbligo di vaccinazione per i dipendenti. Mario Fioriti, titolare della pizzeria Il Moderno, esprime la sua difficoltà nel gestire la situazione per i dipendenti che “sono quasi tutti vaccinati tranne qualcuno, ma aspettiamo nuove disposizioni per capire se c’è l’obbligo di vaccino per i dipendenti che non sanno a cosa vanno incontro. Potrebbe esserci il licenziamento o l’allontanamento dal posto di lavoro. Mettono le regole, ma non si sa come applicarle”.