In Valle d’Aosta i ‘voucher vendemmia’ non decollano

11 Settembre 2008

In tutta Italia sono 170 mila, in Veneto più di 85 mila, nella sola provincia di Treviso ben 53 mila: stiamo parlando dei voucher venduti per la vendemmia 2008, “buoni lavoro” destinati, in via sperimentale, a studenti e pensionati impegnati saltuariamente nella raccolta dell’uva. E in valle d’Aosta? Sono solo quattro, non quattromila, ma proprio quattro, i lavoratori che hanno contattato l’Inps per iscriversi alle liste di disponibilità. Nessuna delle aziende vinicole, invece, si è mostrata interessata all’acquisizione di voucher.

“Siamo comunque in buona compagnia” spiega Emanoel Servodidio, responsabile dell’Inps. L’Italia, infatti, è spaccata in due: se da un lato ci sono regioni dove fin da subito il settore vinicolo ha approfittato di questa occasione, altrove, come nel sud, ma anche in Toscana e in Liguria, i viticoltori e i lavoratori non hanno voluto, finora, cogliere le possibilità offerte dal D.L.112 del 25 giugno scorso. “Abbiamo sentito, a tale proposito, il Ministero, secondo il quale la responsabilità di un tale ritardo sarebbe da attribuire alla stagione vinicola valdostana, pesantemente condizionata dalle condizioni meteorologiche”.

Recentemente, l’Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, e l’Unione Italiana Vini, hanno diffuso i dati relativi alla vendemmia 2008: in Valle d’Aosta si prevede una flessione del 10-15% nella produzione di mosto e vino. La maturazione dell’uva sarebbe in ritardo di 10 giorni rispetto a un’annata “normale” e di 20 rispetto al 2007.
Eppure anche le altre regioni settentrionali pagano lo scotto di un clima poco favorevole. Il Piemonte ha registrato una flessione produttiva del 15-20%, ma si parla comunque di un totale di 23 mila voucher venduti, secondo i dati diffusi dall’Inps, aggiornati al 9 settembre scorso.
 
Ogni voucher corrisponde a una retribuzione di 10 euro, così ripartiti: il 75%, ovvero 7 euro e cinquanta centesimi netti, vanno al lavoratore. Dei restanti due euro e mezzo, un euro e 30 vengono versati nella gestione separata sul conto individuale del lavoratore, 7 centesimi sono girati all’Inail e 5 centesimi sono trattenuti dall’Inps come rimborso spese. “La copertura riguarda quindi gli aspetti previdenziali e l’infortunio” sintetizza Servodidio.

I 'voucher vendemmia', ancora in fase di sperimentazione, dovrebbero facilitare l'emersione del lavoro nero e semplificare le procedure burocratiche a carico del datore di lavoro e del lavoratore.
Questa modalità di pagamento per ora riguarda solamente pensionati e studenti con meno di 25 anni di età, ma già si parla, da un lato, di coinvolgere altri profili di lavoratori saltuari, e dall’altro di estendere i voucher ad altre categorie professionali. “Chi ad esempio impartisce lezioni private, sistema i giardini, pulisce le scale, potrebbe essere il prossimo ad usufruire dei voucher, aspettiamo il prossimo gennaio per saperne di più e confermare eventualmente queste voci” precisa Servodidio.  
 
I sindacati, globalmente poco entusiasti dell’iniziativa, temono l’effetto “cavallo di Troia”, ovvero la diffusione endemica del sistema dei voucher all’interno di un mercato del lavoro sempre più precario e flessibile. Alle prime dichiarazioni fortemente negative delle sigle sindacali stanno seguendo vari incontri per determinare l’effetto dei voucher sul settore vinicolo e per confrontare il trattamento previdenziale tradizionale e quello praticato tramite questa nuova forma di pagamento.
Se veramente i voucher, l’anno prossimo, dovessero essere applicati in una forma più estesa, probabilmente assisteremo a un intenso braccio di ferro tra i sindacati e il Governo. 

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