La CGIL torna alla carica contro la Salvaprecari Spa
Gli operatori di sostegno, gli assistenti sociali e gli operatori socio sanitari iscritti alla CGIL chiedono al Presidente della Regione di rivedere le decisioni prese in merito ai criteri per l’assunzione a tempo determinato nella SPA “salvaprecari”.
Riunitisi questa mattina in un’assemblea, i lavoratori ritengono “gravemente discriminante il dover essere sottoposti a un’ulteriore selezione per l’assunzione a tempo determinato dalla costituita società, che dovrà operare secondo le regole del diritto privato, diversamente da quanto avvenuto nel caso degli operai forestali ed edili, i quali, peraltro, in passato, non hanno mai sostenuto alcuna analoga prova selettiva per essere assunti dal medesimo datore di lavoro”.
Secondo quanto si legge in una nota, “non si è tenuto in alcun conto, per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi, delle competenze eventualmente acquisite presso l’Amministrazione regionale: quindi per i cosiddetti precari regionali risultino, di fatto, disattesi gli impegni assunti per tutelare le attuali posizioni lavorative”.
Vista l’indeterminatezza dei contenuti economici e normativi applicabili ai profili professionali a causa della presenza di ben 12 contratti collettivi nazionali di riferimento “nell’ambito dei servizi socio sanitari”, l’assemblea ha richiesto quindi che in rispetto dei punti 3 e 4 dell’Intesa per l’applicazione della legge regionale 44/2010, “i contratti a tempo determinato a oggi in essere siano mantenuti fino alla loro scadenza naturale e che per i servizi correlati a contratti in scadenza entro il 31/12/2010 e comunque, prima della costituzione e dell’operatività della Società, si provveda alla riattivazione dei contratti necessari a garantire il mantenimento del servizio nel limite delle risorse finanziarie disponibili e dei vincoli di spesa”.