“La diga di Place Moulin ha evitato che la Valpelline fosse investita dal materiale crollato”
L’alluvione del 29 giugno scorso ha avuto un impatto su Cva, ma non così rilevante, grazie alla repentina messa fuori servizio di 17 impianti su 32 gestiti (su 500 megawatt di potenza sono stati sospesi per 318). Alla fine la conta dei danni diretti è stata di 2,8 milioni di euro, mentre per comprendere i danni legati alla mancata produzione bisognerà attendere la fine della stagione. “Nel quadro di un’annata con una produzione importante il danno sarà sostenibile” confida l’amministratore delegato di Cva Giuseppe Argirò.
La situazione ad oggi più critica è quella della diga di Place Moulin a Valpelline, interessata da un evento idrogeologico: il crollo di una parte importante della morena, dove una volta c’era il ghiacciaio della Tête de Valpelline. A 10 km dalla diga, fra i 3.200 e i 3400 metri di altitudine, sono crollati 2 milioni e mezzo di metri cubi di materiale. Il fronte del crollo è stato di 450 metri, mentre la profondità di 150 metri. Un crollo che ha toccato anche il sentiero che porta al Rifugio Aosta.
“Questa situazione ha portato a liberare una quantità di materiale, finissimo, che in combinazione con la bomba d’acqua, in sospensione, ha avuto un trasporto lunghissimo, percorrendo moltissimi km, depositandosi nel nostro lago di Place Moulin, creando problemi al nostro impianto” prosegue Argirò. Lo stesso impianto è stato messo fuori servizio nella giornata del 30 giugno a causa di questo materiale che ostruisce alcune parti, “anche gli scarichi più profondi”.
“In poche ore il livello del lago si è alzato di 4 metri, con 6 milioni di metri cubi di acqua. Non è stato un problema per l’opera – spiega il direttore operativo Lorenzo Artaz – Abbiamo calcolato che ci sono state delle portate anche di oltre 112 metri cubi al secondo per più di 4 ore. Una portata estremamente elevata”. Per tenere la quota della diga “abbiamo dovuto aprire un po’ gli scarichi. La porterà a valle è stata di 13 metri cubi al secondo. Grazie alla presenza della diga l’evento a valle non è stato significativo”. E’ più netto l’amministratore delegato Argirò: “Se non ci fosse stato quell’impianto quel materiale avrebbe investito la valle”. Per rimettere ora nuovamente in servizio l’impianto è in corso un dialogo con la regione per individuare la soluzione migliore per risolvere la problematica. I tempi al momento non sono definiti. “Abbiamo dei consorzi irrigui importanti con cui siamo in contatto costante e che hanno compreso la complessità della situazione.’
Sono tornati invece in funzione ma non a pieno regime gli altri due impianti interessati dall’alluvione: quello di Chavonne, sulla presa di La Nuova, e quello di Perrères a Valtournenche. Sulle paratoie e griglie del primo si sono scontrati alcuni tronchi e sassi, ma la problematica maggiore è stata legata alle portata, “stimata con tempi di ritorno di 1000 anni”, che hanno fatto sì che l’acqua passasse sopra le paratoie, portando del materiale nel canale. “Bisognerà ora ripulirlo, ma essendo stretto, il lavoro di pulizia non sarà semplice” racconta ancora Artaz. “Stimiamo di poter rientrare nel giro di qualche settimana, al momento l’impianto funziona con una potenza dimezzata”. Su Cogne altri danni sono stati rilevati su delle griglie a protezione delle derivazioni che si sono rotte e ad una paratoia a Lillaz “che ora impedisce di chiudere l’opera di presa”.
A Valtournenche il materiale ha ostruito parzialmente la diga di Perrères. Anche qui l’intervento sarà impegnativo, anche per le attuali portati presenti.
I danni riportati da Deval ammontano invece a circa 1,6 milioni di euro.
“Su Valtournenche non ci sono stati grandi problemi – racconta l’amministratore delegato Giorgio Pession – nella notte sono andate fuori servizio quattro cabine, tre delle quali sono state ripristinate il giorno dopo. L’altra era stata alluvionata, ma nel giro di poco è stata ripristinata. In totale abbiamo poi cambiato 230 contatori”.
A Cogne si è invece evitato il black out grazie alla presenza di una linea area e una interrata. “La fuoriuscita del Grand Evya ha messo una parte di entrambe fuori servizio, ma grazie alle interconnessioni si è riusciti a dare sempre corrente”. Al momento tutto è stato rimesso in servizio “salvo la parte della linea area dove la strada regionale è stata interrotta. I lavori di ripristino sono iniziati lo scorso 29 luglio”. E’ già stata invece completamente ricostruita la linea della Valnontey, che fino alla scorsa settimana era alimentata con gruppi elettrogeni. Per futuri ed eventuali guasti sono stasti installati due gruppi elettrogeni complessivamente di 2,8 megawatt nel centro satellite in località Cretaz a Cogne.