La Regione ridimensiona il dato Istat: in Valle d’Aosta circa 500 giovani che non studiano e lavorano
Degli oltre 17mila giovani fra i 15 e i 29 anni residenti in Valle d’Aosta secondo l’Istat il 15% circa, pari a 2.500 sono Neet, ovvero non lavorano, non studiano e non si stanno formando. Un dato sul quale da sempre la Regione ha espresso perplessità. Per questo già nel 2022 è stata avviata un’indagine e sviluppato un modello per arrivare ad un dato reale sul fenomeno in Valle d’Aosta. I dati ora in mano alla Regione riducono i Neet valdostani degli ultimi tre mesi da un minimo di 370 a un massimo di 570. “Il dato è abbastanza fluido – spiega Stefania Riccardi, Coordinatrice del Dipartimento politiche del lavoro – Basti pensare a un neo laureato che oggi si prende un periodo sabbatico, è un Neet ma in realtà non lo è”.
L’analisi metodologica è stata affidata ad un docente dell’Università della Valle d’Aosta che ha costruito un modello. “Abbiamo proceduto per sottrazione, togliendo dalla coorte dei giovani fra i 15 e i 29 anni gli iscritti ad una scuola superiore, gli iscritti all’università, chi ha un contratto di lavoro, chi è titolare di impresa o ha un lavoro autonomo e chi fa un percorso di formazione professionale”. Il dato ricavato è stato sottoposto ad un nuovo controllo. “Abbiamo inserito i codici fiscali dei Neet nell’algoritmo creato dall’ex Anpal. Il dato avuto si avvicina molto al dato reale”.
Un numero lontanissimo da quello di Istat. “Vorremmo a campione testarlo sui vostri territori” ha lanciato oggi durante l’Assemblea del Celva la proposta l’Assessore regionale Luigi Bertschy ai sindaci, in occasione della presentazione del nuovo piano di politiche del lavoro. “Non ci possiamo permettere di avere dei giovani che non lavorano” ha evidenziato. “Dobbiamo capire se c’è qualcosa che non funziona, perché non credo che le famiglie possano mantenere a vita i propri figli, oppure se ci sono persone che lavorano senza contratti, sapendo che il lavoro nero è un danno per tutti”.
Il Dipartimento politiche del lavoro sta per avviare nel frattempo un nuovo progetto, sulla scorta di Reconnect, rivolto ai “Neet più problematici” con interventi individuali o a piccoli gruppi per accompagnarli in percorsi di orientamento, tutoraggio in contesti lavorativi protetti.
I giovani sono al centro del nuovo piano di politiche del lavoro, approvato nelle scorse settimane dalla Giunta regionale. In base agli ultimi dati il tasso di occupazione, nella fascia di età 15-24, è passata dal 22,4% del 2019 al 24,7% del 2022, mentre quello della componente 25-34 anni dal 76% al 78,4%.
“Un conto è il grido d’allarme delle imprese che non trovano lavoratori, un altro è offrire loro condizioni di lavoro adeguate. Dobbiamo uscire dal luogo comune che i giovani non hanno voglia di lavorare perché altrimenti rischiamo di non ingaggiarli e sarebbe una perdita per la comunità”.
In una regione connotata da un forte calo demografico – 700 i nuovi nati nel 2023 – fra le urgenze da affrontare c’è, come ricordato ancora da Bertschy, l’attrattività del sistema. “Oggi stiamo assistendo ai primi effetti, ma il grosso lo vedremo fra dieci anni.” Per questo diventa necessario creare opportunità per attrarre giovani da regioni di prossimità e non. “Offrendo loro le stesse opportunità che hanno i valdostani”.
Ad avere un problema di attrattività è anche la pubblica amministrazione, che ora tenta nuove strade per avvicinare i giovani. Nell’ultima seduta della Giunta regionale sono stati approvati tre tirocini extracurricolari presso l’Assessorato Sviluppo economico, Formazione e Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile. I giovani selezionati, con laurea anche triennale, lavoreranno per sei mesi in Regione ad un progetto dedicato ricevendo un’indennità di 700 euro mensili.