Lavazza, parla un dipendente: “Siamo diventati un ramo secco perché hanno deciso così”

30 Novembre 2015

Mi chiamo Paolo Tillier e da oltre 7 anni lavoro per la Lavazza, stabilimento di Verrès. A breve andrò a far parte della comunità più numerosa in questo paese, i disoccupati. La tragedia che colpisce me, i miei colleghi, e le altre persone che lavorano in questo sito, non fa neanche più notizia. Ormai queste cose sono all’ordine del giorno. Quindi non chiederò a nessuno di condividere questa lettera, o di essere solidale con me. La vita va avanti e adesso dovrò cercare di reinventarmi e capire cosa fare.

Adesso possiamo discutere di tutto, del pessimo tempismo dell’Amministrazione regionale. Che nel 2008 doveva solo trovare il posto, dove la Lavazza potesse costruire uno stabilimento nuovo. Avevano già fatto il progetto e destinato una notevole quantità di denaro a tale opera, che nel giro di 2 anni avrebbe dovuto cominciare la produzione. Ma è stata messa a disposizione l’area oltre 2 anni dopo la richiesta della Lavazza. Che così ha destinato questo investimento a altri siti. Possiamo anche parlare della dirigenza, che rovina delle famiglie non perché l’azienda è in crisi o perché lo stabilimento non sia produttivo. Circa un anno fa lavoravamo dalla domenica sera al sabato sera, perché la nostra produzione era cruciale per l’azienda. Questa estate non abbiamo effettuato un solo giorno di chiusura, per necessità di produzione. Solo 10 giorni or sono, non sapevamo se sarebbe stato possibile avere un giorno di ferie, per il 7 Dicembre perché c’era la necessità di produrre. Ci è sempre stato detto, che il nostro stabilimento, era il fiore all’occhiello della Lavazza. Dove lo standard di qualità era il migliore, e dove il costo di produzione il più contenuto.

Venerdì 27 novembre, sono arrivati in azienda i dirigenti Lavazza, accompagnati da un nutrito gruppo di guardie ARMATE neanche fossimo dei delinquenti da cui difendersi. Noi NON roviniamo le persone, a differenza loro. E dopo una riunione con i sindacati, siamo stati informati, DAI SINDACATI, che siamo diventati un ramo secco, non perché le cose siano cambiate, ma semplicemente perché hanno deciso così. Perché almeno nel bilancio del prossimo anno, potranno dire di aver fatto un altro taglio, un altro risparmio e i loro premi aumenteranno. Il consiglio di amministrazione si compiacerà e gli azionisti faranno festa! E dei dipendenti, e le altre persone che assieme a noi resteranno a casa, e delle loro famiglie, sacrificati sull’altare della speculazione? A breve nessuno ci penserà più! Verrà ingaggiato a suon di milioni qualche attore famoso per reclamizzare i prodotti e andrà tutto bene così. Resta ben inteso che i costi di questa operazione non ricadranno solo su di noi, sui nostri colleghi di altre aziende che lavorano esclusivamente nel nostro stabilimento, e sulle nostre famiglie. Ma questa speculazione, sarà anche a spese della comunità. Perché se ad oggi noi siamo dei lavoratori, contribuenti e produttori di “PIL” nel prossimo futuro andremo a gravare sulle casse dello Stato. Auguro, a quelli che hanno preso questa decisione, di poter essere felici con i soldi che si faranno con la nostra rovina. Perché se, per scelta TUA, rovini delle persone, e poi non sei neanche felice allora sei un idiota! E gli auguro anche, che i loro figli e le persone a loro care, non abbiano mai la sfortuna di incontrare delle persone meschine come loro. Perché nessuno merita questo.
Detto questo, la situazione non cambia. La vita deve andare avanti, quindi, adesso preparerò una bella colazione a mia moglie. Sperando di farle tornare il sorriso. Perché tutti questi "personaggi" sopra citati non possono portarmi via anche quello!!!!
Ringrazio, chi avrà speso un po’ di tempo per leggere questa lettera. E auguro a tutti voi una buona giornata e una vita serena. Io farò del mio meglio perché lo sia.

Paolo Tillier

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