Livelli di benessere più alti, ma in Valle d’Aosta nascono sempre meno bambini
Una regione con livelli di benessere relativo più alti che in Italia e nel complesso dei territori del Nord-ovest, una delle realtà italiane inoltre con la minore diseguaglianza reddituale. Eppure nell’ex isola felice Valle d’Aosta nascono sempre meno bambini e i residenti si riducono di anno in anno. Fra tante note positive segnalate dalla relazione socio-economica 2022-2023, presentata oggi nel corso di una conferenza stampa, quella sulla demografia non può non lasciare indifferenti gli amministratori pubblici.
“Anche nel 2023 ci possiamo aspettare una nuova caduta dei residenti” evidenzia Dario Ceccarelli, a capo dell’Osservatorio economico della Regione. Al novembre scorso eravamo rimasti in Valle d’Aosta meno di 123mila abitanti. Ancora più preoccupante il calo delle nascite. Se nel 2022 si era registrata una lieve ripresa (+34 bambini rispetto al 2021), a novembre 2023 si registrano 600 nascite contro le 700 dello stesso periodo del 2022. Rispetto al 2009 (1300 nascite) i nuovi nati si sono dimezzati. Dal 2014 invece si sono persi 5.300 residenti. I flussi migratori, seppur in ripresa, sono ancora insufficienti a compensare il saldo naturale negativo.
I valdostani, o almeno chi rimane, sono sempre più vecchi. L’età media a fine 2022 è stimata in 47,1 anni, mentre si amplia ulteriormente il gap fra la quota di anziani con 65 anni ed oltre (il 25% della popolazione) e quella dei giovani con meno di 15 anni (12,1%). La popolazione in età lavorativa (15 – 64 anni) resta pari al 63% del totale. Negli ultimi dieci anni la popolazione in età lavorativa si è ridotta di oltre 5000 unità.
Quest’ultimi dati spiegano in parte anche il consistente numero di lavoratori, soprattutto stagionali, che arrivano da fuori Valle. Quasi il 60% delle assunzioni sono di non residenti e il dato è in aumento rispetto agli anni passati.
Il mercato del lavoro ha ampiamente recuperato i livelli pre pandemia. Gli ultimi dati del terzo trimestre 2023 mostrano un +4,8% di occupati.
Gli occupati toccano la quota record di 58.000 e le persone in cerca di occupazione si attestano al di sotto delle 2.000 unità. I settori che registrano i risultati migliori sono i servizi, in particolare commercio e turismo, mentre il settore secondario, soprattutto l’industria in senso stretto, ma anche le costruzioni, evidenziano una battuta di arresto.
“Il biennio 2022-2023 ci restituisce un’economia regionale in ripresa, a cui si associa un positivo andamento del mercato del lavoro e un irrobustimento del tessuto produttivo, che ha permesso nella sostanza di recuperare quanto perso a seguito della pandemia” evidenzia ancora Dario Ceccarelli.
“La crescita dell’economia regionale è stata sostenuta dalla domanda interna (+5%) e dagli investimenti, che per molti anni sono stati un aspetto critico della nostra realtà”.
I dati consolidati mostrano una crescita del Pil maggiore delle aspettative (dal 3 al 6%). “Il valore del prodotto nel 2023 dovrebbe riportarsi al livello pre covid, per i servizi, per le costruzioni e per l’agricoltura, mentre per l’industria in senso stretto non ci sarebbe un pieno recupero. Le previsioni per il prossimo triennio indicherebbero per tutti i settori un aumento, ad esclusione delle costruzioni“.