Nella Valle del Grande arrivano Gin e Genepy distillati sottovuoto con la Saint Bernard Distillery
Parte da lontano l’avventura della Saint Bernard Distillery, sa di polvere del “Centennial State”, più conosciuto come Colorado, stato federale in cui molti immigrati andarono a cercare fortuna nelle miniere. Tra questi Francesco Diémoz, il bisnonno valdostano di uno dei gestori dell’azienda, partito a Leadville per lavorare all’estrazione dell’argento, scoprì in America un nuovo mondo, fatto di motociclette V-Twin (le future Harley Davidson n.d.r.), di lunghe ferrovie, ma soprattutto di Moonshine, il distillato di mais.
La guerra richiama in patria Diémoz, che passato il conflitto riesce a tornare nella sua Allein, dove, tra l’attività di oste e quella agricola si dilettava nella produzione di Moonshine, il liquore che lo riportava con la mente oltre l’Atlantico: “Era una cantina buia e fredda – recita lo storytelling dell’azienda Saint Bernard Distillery -, riscaldata solo da tre capre, un paio di conigli e dal suo alambicco. Distillare la vinaccia era una prassi normale all’epoca e veniva fatto nei mesi invernali, produrre il Moonshine era molto più vantaggioso perché in qualsiasi periodo dell’anno si poteva ottenere un distillato di circa 40%vol simile alla grappa”.
Nel suo locale Francesco cominciò a servire i primi esperimenti con erbe e frutti locali per rendere il gusto più gradevole, nasce così, anche se non autorizzata, la Saint Bernard Distillery. Da qui al 2020, un salto nel tempo per riportare la memoria di Francesco e il suo sapere nei bicchieri di chi potrà apprezzare un prodotto distillato diverso dal solito.
Il metodo e l’acqua utilizzata sono solo alcune delle basi dei prodotti della Distillery, ciò che li rende diversi dagli altri distillati sono anche la forza della storia e della voglia di creare qualcosa che possa stupire: “La sorgente sgorga direttamente dalle nostre montagne, grazie al suo filtraggio naturale attraverso le rocce, l’acqua acquisisce proprietà eccezionalmente favorevoli alla realizzazione dei nostri distillati. Tutti i nostri prodotti sono realizzati con alcool di mais di altissima qualità e sono distillati, imbottigliati e confezionati a mano, seguendo fedelmente i valori del nostro capostipite Francesco Diémoz. Il nostro metodo di distillazione sottovuoto o a freddo, è un’operazione innovativa, pioneristica e del tutto empirica: non ci sono libri di testo che ci danno indicazioni e tutto nasce dalla continua sperimentazione e della passione che ci mettiamo”.
Per quanto riguarda le piante utilizzate per aromatizzare i distillati nulla è lasciato al caso, anche qui si scelgono per principio solo quelle autoctone e particolarmente selezionate: “Ogni botanica che lavoriamo ha delle proprie caratteristiche e delle diverse tempistiche di estrazione. I tempi di macerazione, la pressione atmosferica applicata all’interno del Rotavapor e la temperatura di evaporazione, sono tutti elementi che variano in base al carattere che si vuole dare alla botanica. Questo è un processo che permette di conservare tutti gli aromi, preservando anche i sapori più sottili e delicati, che andrebbero altrimenti persi con un approccio ad alta temperatura”.
Le ricette, gli scritti che stanno alla base del recupero di una tradizione sono il perno della Saint Bernard Distillery, la molla che ha fatto scattare tutto e che ha segnato l’inizio di un’ avventura tutta valdostana, anche un po’ rischiosa vista la storia valdostana in fatto di distillati, ma sempre rigorosamente di vinaccia. Ciò che sta alla base di questo modo di distillare è anche la fedeltà nei confronti delle ricette: “Il sapere di Francesco – continuano i gestori -, ci è arrivato attraverso ricette trascritte da nonno e nonna, tracce di quello che è stato e di quello che potenzialmente poteva essere. Inoltre abbiamo cercato di venire incontro anche ai gusti del pubblico, prestando sempre attenzione alle materie prime e al modo di lavorarle, senza stravolgerle”.
I prodotti della Saint Bernard Distillery sono 3 e stanno già funzionando molto bene tra i locali e il pubblico, ma verranno lanciati online solo oggi (16 novembre n.d.r.): due gin e un génépy. Anche nel caso di quest’ultimo, però, la sperimentazione e l’innovazione sono fondamentali: “Chiamato Alleni, il nostro génépy è originale, puro e sincero; distillato sottovuoto ad una temperatura di -5° celsius, conserva tutti gli aromi ed i sapori del génépy appena raccolto. Talmente naturale da avere fino al 90% di zucchero in meno rispetto ai tradizionali liquori valdostani sul genere. Oltre a questo produciamo 2 gin, un distillato insolito per la Valle d’Aosta, perché proprio dei paesi scandinavi e del Regno Unito: il nostro gin old tom chiamato ARS ha il carattere della foresta distillato lentamente goccia per goccia, al suo interno si ritrovano muschio e acqua sorgiva che sgorga direttamente dalle rocce del sottobosco. Mentre il secondo gin, il Laville, è impregnato di note di ginepro e assenzio, che introducono una combinazione di più di dieci diverse botaniche originarie delle nostre terre, naturalmente bilanciate ed equilibrate insieme”.
Nell’avventura di questa distilleria di montagna si ritrovano delle radici molto salde, che raccontano di una storia coraggiosa di fatica e scoperta racchiuse in una bottiglia e, come dicono gli ideatori dell’azienda: “Siamo sicuri che Francesco si sarebbe fatto una risata e ci avrebbe detto che è stato il sogno più lungo a cui si sia mai aggrappato, che è servito un po’ più di tempo del previsto, ma ne è valsa la pena”.