Nuova concessione alla Sorgenti Monte Bianco. Ma la Regione non incassa nulla

03 Marzo 2010

"L'acqua rubata". E' il titolo della trasmissione di Riccardo Jacona andata in onda su Raitre alcune settimane fa, Presa diretta, che dopo aver esaminato il funzionamento degli acquedotti in mano ai privati, analizza come funziona il mercato delle acque minerali. Il succo del discorso è che in Italia poche regioni impongono una qualche "imposta" sul prelievo di acqua alla fonte per la commercializzazione. In Veneto, l'amministrazione regionale chiede 3 euro ogni mille litri, ma in altre parti d'Italia le aziende non devono corrispondere nulla nelle casse pubbliche. E così succede che i costi di produzione possono essere molto diversi a seconda della zona in cui si opera, anche se in generale i margini di guadagno sono molto elevati, visto che la materia prima – l'acqua – non costa nulla.

E in Valle che succede? La Giunta ha deliberato, il 14 febbraio scorso, il rinnovo della sub concessione mineraria Val Veny di acqua minerale denominata Monte Bianco-Fonte Mont Blanc, in località Peuterey a Courmayeur, per un periodo di dieci anni a decorrere dal 13 aprile 2010, alla società Sorgenti Monte Bianco Terme di Courmayeur, con sede a Morgex. Ma quanto deve sborsare la Sorgenti Monte Bianco alla Regione per l'imbottigliamento? Una legge regionale, la numero 5 del 2008, ha trovato una via di mezzo e prevede il pagamento di 1,50 euro ogni mille litri di minerale imbottigliata e un "diritto proporzionale" di 600 euro annui. Ci si potrebbe chiedere, ora, quanto incassa la Regione per l'acqua venduta dalla Sorgenti Monte Bianco. La risposta è zero. Sì, perché l'azienda avrebbe dovuto iniziare a pagare nel 2009, ma nel frattempo le norme regionali anticrisi hanno concesso di posticipare i pagamenti fino al 2011.

Eppure lo stabilimento di Peuterey a Courmayeur non se la passa male. L'azienda fino a qualche tempo fa era in mano ai due colossi delle acque minerali francesi: la Castel e la Papillaud che insieme controllavano la "Alma sa" di Parigi. Circa un anno e mezzo fa, però Castel ha ceduto le proprie quote al gruppo farmaceutico giapponese Otsuka che ha acquistato il 49% del gruppo Alma.

Il gruppo farmaceutico giapponese, specializzato in prodotti funzionali, ha acquisito il 49% del gruppo Alma, terzo produttore francese di acqua minerale. La transazione, del valore di 750 milioni di euro, rappresenta un passo importante per la crescita di Otsuka nel mercato europeo delle acque minerali. Secondo quanto riferisce il sito specializzato baverfood.com, il "Groupe Alma è il numero 3 dell'acqua imbottigliata in Francia (dietro a Nestlè Waters e Danone). Alma Groupe controlla attraverso la Neptune alcuni importanti marchi di acque minerali, quali Saint-Yorre, Thonon, Vichy Célestins, Chateldon, Courmayeur, Vernière, Pierval and Rozana , mentre attraverso la CGES controlla la marca Cristaline, ai primi posti tra le acque più consumate in Francia. Groupe Alma ha realizzato nel 2007 un giro d'affari di 783 milioni di euro e produce in Francia e nei vari paesi europei in cui opera circa 4 miliardi di bottiglie all'anno".

Cristalia è il marchio con cui Alma cui è presente in Italia. Altri marchi sono Courmayeur e Monte Bianco. La Sorgenti Monte Bianco ha un fatturato di 38.852.866 euro (secondo l'ultimo bilancio presentato al 31 dicembre del 2008), circa 60 dipendenti, ma una perdita di 2.772.408 euro. Ma meglio della Sorgenti Monte Bianco sta il gruppo Alma che, nel 2007, ha registrato un utile finanziario di quasi 64 milioni di euro. "Ci risulta che sul fronte occupazionale la situazione sia buona – afferma Guido Zanardi, della Cgil Valle d'Aosta – e che non abbiano risentito eccessivamente della crisi. Era stato autorizzato il ricorso alla cassa integrazione che tuttavia non è stata fruita se non in maniera limitata".

E' mistero, invece, sulla quantità di acqua imbottigliata. La sede di Morgex "non adotta nessuna forma di comunicazione verso l'esterno". E la Regione, che pure riceve mensilmente i dati sull'imbottigliato, non vuole fornire le cifre per motivi di "privacy".

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