“Ordinanza iniqua”. Confcommercio VdA chiede convenzioni per le cene anche con i ristoranti
In attesa di scoprire quali decisioni il nuovo governo in costruzione assumerà sullo spostamento fra regioni, prosegue il pressing di singoli e associazioni per la riapertura dei ristoranti fino alle ore 22.
A intervenire oggi è Fipe-Confcommercio VdA chiedendo al presidente della Regione Erik Lavevaz di estendere l’ultima ordinanza regionale anche ai ristoranti. In base a quanto previsto venerdì scorso “su apposita base contrattuale fra le strutture, i clienti degli alberghi e delle strutture ricettive prive di ristorante, possono fruire, senza limiti di orario, dei servizi di ristorazione di altro albergo o struttura ricettiva”.
La richiesta di Confcommercio è che le convenzioni siano permesse anche con i ristoranti, ristabilendo l’equità e la dignità a tutta la ristorazione.
“Si tratta di una richiesta – spiega Graziano Dominidiato, Presidente Fipe-Confcommercio VdA – che mira a dare un’opportunità agli operatori per poter affrontare questo momento di grande difficoltà causate dalle varie limitazioni per il mantenimento del distanziamento sociale”.
Su sollecitazione di Fipe-Confcommercio VdA, l’Area legale di Fipe Nazionale ha predisposto una lettera indirizzata al Presidente della Regione Erik Lavevaz e inviata questa mattina, nella quale viene chiesta la revisione dell’ordinanza che “appare ingiustificatamente iniqua nella parte in cui non prevede che il medesimo servizio possa essere reso, alle medesime condizioni, dagli esercizi di ristorazione”.
Nella sostanza Fipe-Confcommercio propone che gli esercizi alberghieri che non hanno la possibilità di garantire il servizio ristorazione ai clienti possano stipulare convenzioni con i ristoranti i quali a loro volta possano garantire la ristorazione fino alle ore 22 ma limitatamente ai clienti in convenzione alberghiera.
Nella lettera inviata al Presidente Lavevaz, Fipe-Confcommercio VdA ricorda che continuano a essere consentite (senza limiti di orario) le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, purché sia garantito il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro e delle altre misure di prevenzione stabilite nei protocolli e nelle linee guida vigenti.
Il codice ateco “56.29 per mense e catering continuativo su base contrattuale include i servizi di ristorazione per le imprese, ovvero la fornitura di pasti preparati sulla base di accordi contrattuali stipulati con il cliente per uno specifico periodo di tempo. Una norma per la quale Confcommercio-Fipe VdA chiede la possibilità di estendere l’accordo tra ristoratori e albergatori.