Pioggia e freddo ritardano le colture, la preoccupazione di Coldiretti
Una primavera piovosa e fredda crea preoccupazione nel mondo agricolo valdostano. A segnalarlo è Coldiretti, evidenziando in particolare il ritardo delle colture.
“La situazione dei campi in Valle d’Aosta non è al momento allarmante come quella registrata in Veneto e in Lombardia, le due regioni più colpite dal maltempo nelle ultime 24 ore, ma presenta alcuni elementi di criticità che potrebbero peggiorare nei prossimi giorni senza un significativo miglioramento delle condizioni meteo”.
A preoccupare la Federazione regionale è in particolare il ritardo nelle colture generato dalle temperature ancora basse, la mancanza di sole e le abbondanti precipitazioni. “Siamo in periodo di semina delle patate e trapianto delle ortive e prossimi al periodo della fienagione, due attività che stanno subendo ritardi a causa delle intense piogge” sottolineano Alessia Gontier ed Elio Gasco, rispettivamente Presidente e Direttore di Coldiretti Valle d’Aosta.
“Tutte le attività nei campi con i terreni impregnati vanno in difficoltà così come la viticoltura e la frutticultura in cui l’elevata umidità associata alla ripresa vegetative ed allo sperato rialzo delle temperature favorisce lo sviluppo di funghi patogeni dannosi per la vite e le piante da frutto”.
Si chiama Peronospora (Plasmopara viticola), la malattia fungina specifica della vite in grado di colpire tutti gli organi erbacei della pianta compresi i grappoli, danneggiandoli in maniera anche totale, con conseguente perdita della produzione. “E’ un fungo che si sviluppa con la pioggia” spiega Vincent Grosjean, presidente del Consorzio Vini Valle d’Aosta “e sul quale dobbiamo prestare attenzione”.
“Io sono abituato a contare i morti alla fine della guerra e per ora i danni sono contenuti, anzi si preannuncia una bella stagione, visto che con tutta la pioggia caduta i campi sono ben irrigati. I viticoltori sono ormai abituati al troppo caldo o troppo freddo e hanno imparato a correre ai ripari, come nella notte dell’ultima gelata”.