“Prima che sia tardi”, dagli imprenditori valdostani un appello e una petizione per la “Fase 2”

24 Aprile 2020

“Vogliamo superare anche questa crisi al meglio, con tanto impegno e molto lavoro”. “È necessario ripartire al più presto”. “Non lasciamo che la paura ci privi delle nostre libertà”.

È univoco l’appello lanciato in un video – che sta rapidamente facendo il giro dei social network – da parte del Movimento Cittadini e Imprese per il diritto al lavoro, l’iniziativa nata a fine marzo da trentaquattro imprenditori che chiedevano già allora “una strategia per la riapertura graduale e progressiva delle attività”.

L’avvicinarsi alla cosiddetta “fase 2” ha convinto il movimento – dichiaratamente apolitico e apartitico – a lanciare un nuovo messaggio: “La chiusura di tutte le attività produttive o della gran parte delle imprese non è sostenibile. Non è una soluzione, rischia di lasciarci senza respiro”, dice Davide Trapani, tar i promotori del progetto e Presidente della cooperativa Edileco.

A fargli eco tanti rappresentanti del tessuto produttivo valdostano, come l’imprenditore alberghiero Alessandro Cavaliere che si sofferma sulla necessità di “programmare la ripartenza del sistema economico valdostano”, o l’imprenditore sociale Jean Frassy che chiede di “iniziare a pensare insieme e concretamente a come ripartire”, cui si uniscono le voci di Flavia Balbis, Eugenio Pavetto, Luca Fornero, Stefano Fontanelle, Sonia Giancono, tra gli altri.

Una ripartenza delle attività produttive da progettare, per l’economia e la società, come dicono all’unisono: “Prima che sia troppo tardi”.

Una petizione per “salvare l’economia valdostana”

Parallelamente, sulla piattaforma change.org, oltre un centinaio di firmatari – al momento – hanno sottoscritto la petizione “Veloci, salviamo l’economia valdostana.

Le richieste sono indirizzate direttamente al Consiglio regionale, perché si impegni – si legge – “ad approvare una legge che prenda in considerazione e attui nel miglior modo possibile almeno cinque semplici azioni” elencate nel testo.

 

Operazioni da attuare al più presto “onde scongiurare irrimediabili fallimenti, una mobilitazione generale o comportamenti individuali che potrebbero avere pericolosi risvolti di crisi sociale in Valle d’Aosta”.

In caso le voci dei firmatari restassero inascoltate, nella petizione si legge: “In caso contrario chiediamo che nel giro di un mese venga convocato un tavolo di discussione tra tutti i rappresentanti del consiglio regionale, i primi firmatari di questo documento e almeno 1 rappresentante per ogni categoria aderente, i quali si impegneranno a rendere pubbliche le decisioni prese in tale incontro e decideranno quali azioni intraprendere affinché sia garantita la sopravvivenza della maggior parte delle imprese valdostane”.

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