Reddito di Cittadinanza, fra false aspettative e ritardi: la situazione in Valle d’Aosta

05 Febbraio 2020

“Quando posso iniziare a lavorare?”. E’ la domanda, “sincera”, che gli impiegati dei Centri per l’Impiego della Valle d’Aosta si sono sentiti diverse volte ripetere da chi percepisce il Reddito di Cittadinanza. Nella nostra regione la misura viene oggi erogata a 1167 beneficiari di cui 866 assegnati ai Centri per l’impiego e il resto ai servizi sociali. Persone  – il 90% sono italiani – non più giovanissime, equamente distribuiti fra uomini e donne, con bassa scolarità.  Presentata come misura finalizzata al reinserimento lavorativo, il Reddito di Cittadinanza ad oggi si sta connotando anche in Valle d’Aosta come assistenziale. Fra i meriti, quello di riavvicinare ai Centri per l’impiego persone da tempo ai margini del mercato del lavoro.

“Sicuramente il nostro lavoro è aumentato” racconta il dirigente regionale Emiliano Bambace “Si sono affacciati ai centri per l’impiego degli utenti, che non erano mai stati presi in carico. Persone che arrivano qui e vogliono iniziare subito a lavorare, perché quella è l’aspettativa creata dalla misura. Al momento non si può però dire che il Reddito di Cittadinanza abbia movimentato, in maniera massiccia, il mercato del lavoro”.

Le aziende hanno sfruttato poco o nulla  le agevolazioni fiscali e gli incentivi legati alla misura. “Non c’è stata la calca di imprese che hanno chiesto di potersi inserire in questo canale per beneficiare degli incentivi. Abbiamo avuto solo un’azienda che ha fatto domanda” prosegue il racconto il dirigente regionale “Forse non sono ancora molto noti i benefici, bisognerà pubblicizzare e comunicare maggiormente lo strumento”.

Nell’incrociare domanda e offerta, il beneficiario del Reddito di Cittadinanza viene accompagnato, attraverso anche azioni formative, a raggiungere i requisiti richiesti dalle aziende.
“Un numero discreto di persone sono già pronte per il mercato del lavoro, altre vengono fatte crescere nel loro livello di occupabilità – ricorda Bambace – Bisogna però essere onesti, il lavoro in Italia, come in tutto il mondo, non lo crea il centro per l’impiego, ma il mondo produttivo e il mercato stesso”.

In attesa di trovare un posto di lavoro, per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza c’è la possibilità di rendersi utili alla comunità, attraverso i Puc. I progetti utili alla collettività scontano però dei ritardi. Soltanto nelle scorse settimane è arrivata, infatti, la pubblicazione del decreto ministeriale. La Regione dovrà ora identificare gli ambiti in cui i comuni vogliono realizzare questi progetti e poi si potrà procedere con gli avvisi.

Delle 866 persone assegnate ai Centri per l’impiego, oltre 600 sono quelle che da settembre sono già state convocate per un primo colloquio informativo. Non tutti però hanno risposto alla convocazione, andando incontro ad una sanzione. La normativa prevede, infatti, la decurtazione di una mensilità per il primo mancato appuntamento, 2 mensilità per il secondo mancato appuntamento e la decadenza per il terzo. Ad oggi le sanzioni erogate sono state 65 (26 su Aosta e 39 a Verrès), mentre c’è stato un solo caso di decadenza. Non è emerso, invece, nessun caso di “furbetti”, se non una situazione anomala, segnalata agli organi competenti, di due conviventi che avevano presentato due distinte domande, anziché quella per il nucleo familiare.
“Abbiamo poi avuto un solo caso di una persona che si è rifiutata di sottoscrivere il patto di servizio”.

Dopo il laboratorio informativo, avviene una prima scrematura fra le persone che devono essere escluse dagli obblighi e quelli che possono essere temporaneamente esonerati, un centinaio oggi. Per gli altri arriva la sottoscrizione del patto per il lavoro o un patto integrato con le politiche sociali, se la persona è già in carico ai servizi sociali. In totale sono stati sottoscritti 342 patti ad altrettante persone che vengono prese in carico dai centri per l’impiego e dai sei navigator in servizio in Valle d’Aosta, quattro ad Aosta e due a Verrès.

Dal maggio scorso sono state invece 314 le persone che hanno avuto almeno un’occasione di lavoro, la maggior parte a tempo determinato. “Non è possibile dire quanti abbiano trovato lavoro grazie alla nostra intermediazione, che comunque c’è stata” evidenzia Bambace “Perché la funzione che permetterebbe di scoprirlo non è ancora stata implementata sul portale MyAnpal. Gli avviamenti sono comunque cresciuti nel 2019, soprattutto quelli a tempo indeterminato a inizio anno.”

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