Regione chiusa ai turisti, la speranza arriva dalle seconde case

25 Gennaio 2021

Non la Courmayeur della scorsa stagione, o degli ultimi anni. Non la cittadina alla quale siamo tutti abituati. Ma un piccolo, significativo ritorno alla normalità che apre uno spiraglio di speranza per la località ai piedi del Monte Bianco.

Il weekend appena passato, infatti, è stato quello del ritorno dei proprietari di seconde case, dopo tre mesi di restrizioni, soprattutto da parte di cittadini lombardi.

Un fine settimana in cui tutto è filato per il verso giusto, come spiega il Sindaco di Courmayeur Roberto Rota: “È stato sicuramente un weekend positivo, che ha ridato un po’ di entusiasmo e una boccata di ossigeno alla parte commerciale del paese. Buone giornate soprattutto in prospettiva, con circa 5000 persone stimate e nessun problema di assembramenti o di troppe persone in un punto solo. Un bene, dopo tre mesi di vuoto assoluto”.

La prospettiva, già, la grande “sconosciuta” di questa stagione: “Questi giorni danno un po’ di speranza, qualcosa si sta muovendo – prosegue Rota –. Ora vediamo come sarà l’andamento dei vari parametri, perché è chiaro che l’apertura agli spostamenti tra le regioni non solo per i proprietari di seconde case sarebbe importantissima, e gli ampi spazi qui in montagna. Si tratta di proporre un’offerta per non concentrare le persone in assembramenti, ma qui tra le salite con le pelli, lo sci di fondo, le ciaspole, i sentieri ed i parchi per i bambini, ci sono tante possibilità di stare tranquilli. E questo consentirebbe agli alberghi, ora chiusi, di aprire e, con un passaggio in ‘zona gialla’, anche ai ristoranti e i bar”.

Uno “spiraglio” anche per Gressoney-Saint-Jean

Anche Gressoney-Saint-Jean si è “rianimata”, nel fine settimana: “Sicuramente nel weekend abbiamo avuto un buon movimento di utenze che sono rientrate nelle seconde case – spiega il Sindaco Mattia Alliod –, ed era comunque da settembre/ottobre che non veniva nessuno a causa del ‘lockdown’, anche solo per vedere la situazione delle abitazioni, approfittando per andar via un po’ dalla città. Diciamo che dopo mesi nei quali il paese era deserto è stato un piccolo momento di normalità”.

Difficile però stimare il numero delle presenze, con Alliod a spiegare: “Non possiamo dire che ci sia stato il ‘pienone’ perché non era. Spiace perché essendo in ‘zona arancione’ bar e ristoranti possono fare solamente asporto, quindi limitando molto il servizio che possono offrire. Per quanto ho visto, oltretutto, chi è venuto qui ha rispettato tutte le misure di sicurezza, sono stati tutti ligi nell’utilizzo delle mascherine”.

Anche a Gressoney-Saint-Jean, come in tutta la regione, il “nodo” da sciogliere resta quello delle strutture alberghiere, che hanno però potuto vivere un piccolo momento di normalità: “Gli alberghi sono ancora più penalizzati – chiude il Sindaco –. Questa settimana qualche struttura è rimasta aperta a grazie ad alcune gare di sci, lavorando quindi con gli atleti ospiti, anche se purtroppo durerà poco. Siamo ora in attesa di sviluppi”.

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