Riciclaggio, in Valle d’Aosta lo 0,2% di operazioni finanziarie sospette
Sono lo 0,2 per cento le operazioni finanziarie sospette di riciclaggio in Valle d’Aosta secondo quanto rilevato dalla Dia, la direzione nazionale antimafia. Il dato è pubblicato oggi dal Corriere della Sera.
Dagli accertamenti sulle transazioni economiche attraverso i dati tramessi dall’Uif, l’Unione di informazione finanziaria della Banca d’Italia nel 2015, sono arrivate 76.649 segnalazioni.
Un numero in costante aumento dal quale, dopo una prima scrematura, vengono selezionate le operazioni da trasmettere alla Direzione nazionale antimafia che procede ad un ulteriore verifica attraverso le banche dati per poi passare le carte alle Procure distrettuali per scoprire se dietro ai movimenti di denaro si nascondono i "colletti bianchi" di Cosa nostra, della ‘ndrangheta o della camorra.
Nell’anno appena trascorso sono state analizzate 75.257 segnalazioni che coinvolgevano 165.486 persone fisiche e 82.315 persone giuridiche o enti, che nell’insieme hanno prodotto 279.098 operazioni.
Nel 2015, le segnalazioni inviate dalla Dia alla Superprocura perché potenzialmente attinenti alla criminalità organizzata” sono state 18.396.
Il volume di denaro mosso attraverso le operazioni sospette è altissimo: qui i dati sono fermi al 2014, quando l’Uif inoltrò 71.768 segnalazioni (circa 5 mila in meno rispetto al 2015) che riguardano 55,9 miliardi di euro. La grande maggioranza delle movimentazioni (84,1 per cento) riguarda importi compresi tra 50 mila euro a un milione, un dato che spiega la grande quantità di operazioni e di soggetti coinvolti. I quali nell’80 per cento dei casi agiscono attraverso le banche, da cui quasi sempre partono i primi avvisi all’Uif; altri campanelli d’allarme sono attivati dagli intermediari finanziari (5 per cento) e da professionisti (come i notai che per lo più segnalano compravendite di immobili e atti societari, per un altro 5 per cento di casi). Le operazioni bancarie più frequenti sono bonifici (17,7 per cento), versamenti di contante (12 per cento), prelevamento con moduli di sportello (11 per cento), bonifici in partenza (10 per cento), bonifici esteri (7,7 per cento), versamenti di assegni, ordini di trasferimento, emissioni di assegni circolari e titoli analoghi e via di seguito.
A registrare il maggior numero di transazioni sospette del 2015 è la Lombardia con oltre 20 per cento delle segnalazioni, seconda la Campania, terza il Lazio, con oltre il 12 per cento. La Valle d’Aosta è invece la regione con il più basso numero di segnalazioni, seguita dal Molise (0,5) e dal Trentino (0,7).